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IMMIGRAZIONE: CARITAS; PER LORO LAVORI NON QUALIFICATI

ROMA
(ANSA) – ROMA, 31 GEN – Anche se laureato un lavoratore immigrato in Italia si ritrova spesso a fare l’operaio. Un terzo degli occupati stranieri risulta (a fronte del 10% dei lavoratori in generale), infatti, collocato nel segmento inferiore del mondo del lavoro. A parlare della formazione degli immigrati e delle loro ricadute occupazionali è stato Franco Pittau, ricercatore del dossier Caritas-Migrantes, ad un convegno del Centro Astalli, il servizio dei Gesuiti per i rifugiati, che oggi in un convegno ha fatto il bilancio di un corso di formazione per immigrati finanziato dalla Regione Lazio; presente, l’assessore all’istruzione, formazione e diritto allo studio Silvia Costa. Piattau ha ricordato che gli immigrati (circa 3 milioni) svolgono per lo più mansioni non qualificate: manovale, bracciante, operaio, collaboratore domestico, assistente familiare, portantino. Sono lavori a bassa qualificazione, per i quali è richiesta nella maggior parte dei casi capacità di forza fisica e resistenza. Eppure, circa la metà degli occupati stranieri è in possesso di una laurea o di un diploma; la restante parte, per una quota decisamente più elevata, è in possesso della licenza media piuttosto che di quella elementare o di nessun titolo (rispettivamente il 36,4% e il 14,3%). Ma non solo. Quasi il 40% di quelli che hanno una laurea svolge un lavoro non qualificato o un’attività comunque manuale; l’ incidenza degli occupati in lavori non qualificati aumenta fino ad oltre il 60% per gli occupati in possesso di un diploma, per arrivare a rappresentare la quasi totalità della popolazione straniera occupata per quanti hanno al più la licenza elementare. Il ricercatore si è soffermato sui dati del Lazio. In questa regione (dove vivono 500 mila regolari, 431 mila solo a Roma; il 73,7% lavora) si stima che solo poco più del 7% ha usufruito di un percorso formativo. Nel periodo 2000-2006, i fondi destinati alla formazione professionale per gli immigrati sono stati solo il 5% delle risorse complessive. Costa ha tenuto a sottolineare che fra le priorità dell’amministrazione regionale rientra l’ istruzione e la formazione dei bambini e ragazzi immigrati. Necessario, inoltre, la definizione della professione del mediatore culturale. Il corso, semestrale, promosso dal Centro Astalli, frequentato da 25 immigrati, ha permesso una formazione sul versante socio-assistenziale che ora potranno utilizzare nei confronti degli stessi immigrati nei centri di accoglienza. (ANSA).
MAS/ S0B S41 QBXL

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