(ANSA) – PINEROLO (TORINO), 6 GEN – Gli immigrati, anche se clandestini, che vogliono collaborare con la giustizia vanno garantiti senza rischiare l’ espulsione: è la posizione espressa dal ministro Paolo Ferrero a proposito del marocchino che gli ha chiesto di aiutarlo a ottenere un permesso di soggiorno temporaneo per poter testimoniare a un processo. Il prefetto di Torino, Goffredo Sottile, al quale il ministro si è rivolto, si pronuncerà nei prossimi giorni. Il processo in questione riguarda un presunto caso di favoreggiamento dell’ immigrazione clandestina, tratta di manodopera dal Marocco al solo scopo – secondo l’ accusa rivolta a un imprenditore del pinerolese – di intascare denaro dagli stessi immigrati illudendoli di un posto di lavoro inesistente. E’ toccato anche a lui, marocchino di 33 anni, laureato in legge nel suo Paese, unico su 130 connazionali che sarebbero stati raggirati, ad essere disposto ad andare davanti al giudice per portare quelle che sarebbero prove schiaccianti. Un caso perorato dalla Cgil locale che oggi lo ha fatto incontrare a Frossasco (in provincia di Torino e non di Cuneo come precedentemente detto) con il ministro Ferrero che nel pomeriggio ha contattato il prefetto Sottile. "La richiesta della Cgil mi pare sacrosanta – ha detto Ferrero – anche se non spetta a me decidere. Occorre garantire che chi collabora con la giustizia per stroncare un traffico illegale, non venga espulso. Questa persona – ha ripetuto – deve essere messa nelle condizioni di testimoniare senza rischiare. Se ci sono le prove devono venire fuori". Il marocchino aspirante teste, le avrebbe: essendo un avvocato, al momento di versare 6000 euro si fece firmare dal sedicente datore di lavoro una scrittura privata.(ANSA).
(6 gennaio 2007)