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Immigrazione. Fondazione Migrantes: “Serve sforzo diplomatico europeo”

”I continui arrivi segnalano che il dramma e’ ancora grave e deve interpellare fortemente l’Europa”

Citta’ del Vaticano, 17 agosto 2011 – Uno ”sforzo diplomatico sul piano europeo perche’ ci sia una lettura d’insieme della situazione sul piano politico”; ”canali umanitari per evitare tragedie” e ”risorse per l’integrazione” nei territori di accoglienza dei migranti.

E’ quanto chiede mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, commentando all’agenzia Sir i nuovi sbarchi a Lampedusa.
Lo rende noto il sito di Radio Vaticana, ricordando che nelle ultime ore, e’ approdato sull’isola un barcone con oltre 200 persone, mentre tra il 13 e il 14 agosto erano sbarcati oltre 2 mila migranti. A Lampedusa si trovano ancora 1180 migranti.

”I continui arrivi – osserva mons. Perego – segnalano che il dramma e’ ancora grave e deve interpellare fortemente l’Europa”. Mons. Perego avverte inoltre che ”sulla guerra in Libia e’ caduta un po’ l’attenzione, ma puo’ invece ulteriormente ingenerare nuove situazioni di insicurezza e fuga”, potrebbero infatti ”partire anche gli stessi cittadini libici”.

Secondo il direttore di ‘Migrantes’, riferisce ancora Radio Vaticana, ”la macchina organizzativa a Lampedusa e’ attualmente rodata” ma ”il problema oggi si e’ spostato sui territori locali, dove le risorse delle rette non arrivano o arrivano in ritardo” e c’e’ ”poca educazione e sensibilizzazione” tra la gente. Quindi occorre ”una rete istituzionale, magari attraverso i consigli territoriali e le prefetture, attenta a creare percorsi di integrazione”.

Nell’intervista all’agenzia Sir, mons. Perego si sofferma anche sulla Gmg di Madrid, definendola ”una grande occasione per far incontrare giovani di tutto il mondo ed educare all’altro” e osserva che ”solo 2 giovani su 10 in Europa hanno paura degli immigrati, contro il dato piu’ elevato di 6 adulti su 10”. Questo, afferma mons. Perego, ”vuol dire che i giovani possono essere un punto forte per costruire una cultura della responsabilita’ sociale e dell’accoglienza”.

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