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IMMIGRAZIONE: MATRIMONI-FARSA PER INGRESSO CINESI /ANSA VOLUME D’AFFARI DI 400.000 EURO IN CINQUE AN

– di Roberto Buonavoglia – (ANSA) – BARI, 27 FEB – Non c’era amore. E non c’erano né gli anelli né i baci degli sposi. Di soldi, invece, ne circolavano tanti: circa 400.000 euro in cinque anni. Era questo, secondo le indagini, il volume d’affari di un’originale ‘agenzia matrimoniale’ che organizzava matrimoni-farsa tra uomini pugliesi e donne cinesi per consentire a queste ultime, a caro prezzo, l’ingresso in Italia. L’organizzazione criminale è stata smantellata nel barese da carabinieri e polizia che hanno eseguito 32 arresti. A capo dell’organizzazione c’era un singolare cupido, un uomo di 59 anni, di Corato (Bari), Franco Piccarreta, che scoccava i ‘dardi dell’amoré diretti dalla Puglia, da Barletta soprattutto e da Corato, alla Cina: reclutava infatti uomini barlettani e coratini, disposti a prendere moglie in Cina dietro un compenso di cinquemila euro. Gli uomini che si dichiaravano disponibili andavano a Wenzhou, nella provincia di Zhou Guang, parte orientale della penisola e, dopo il matrimonio, consegnavano tutti i documenti necessari per il ricongiungimento famigliare al consolato generale di Shanghai, perché le loro spose potessero raggiungerli in Italia. Le spose cinesi, invece, per potersi sposare, pagavano 18-20.000 euro, in cambio della ‘fede’ ma anche di un fittizio contratto di lavoro in aziende pugliesi. In realtà, una volta che si ricongiungevano solo teoricamente ai loro mariti, o finivano a lavorare negli efficientissimi quanto abusivi laboratori tessili cinesi oppure venivano ridotte in stato di schiavitù dai loro stessi connazionali. Le indagini sono partite in modo originale: i carabinieri di Barletta dal 2002 hanno notato l’incremento di questi strani matrimoni contratti in Cina, alcuni dei quali, dopo poco venivano sciolti. Di matrimoni combinati i carabinieri ne hanno contato una ventina in cinque anni. Hanno avviato indagini e hanno scoperto l’organizzazione criminale. Agli arrestati la magistratura di Trani (Bari), che ha disposto gli arresti, contesta i reati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento del’ingresso illegale e alla permanenza di extracomunitari sul territorio italiano, oltre che falso, minacce ed estorsione. Questi ultimi due reati si riferiscono a ciò che hanno patito due giovani barlettani che, al momento di partire per la Cina per andare a sposarsi, avevano cambiato idea, ma hanno dovuto cedere e partire, sotto la minaccia delle armi. Il pm inquirente, Michele Ruggero, ha spiegato che "tra i reati contestati agli indagati c’é il favoreggiamento dell’ingresso illegale di stranieri in Italia perché le donne erano provviste dei documenti necessari e del contratto di lavoro, così come previsto dalla legge". Nell’inchiesta sono indagate complessivamente 61 persone: tra queste tutti gli ‘sposini’. (ANSA). 2007-02-27 20:05

(27 febbraio 2007)

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