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Immigrazione. Max Pezzali: “Basta con il politically correct a tutti i costi”

“Migranti non confondano ospitalità con il danneggiamento”
Lampedusa, 3 ottobre 2011 – “Quale messaggio posso dare io ai lampedusani? Sono loro che possono darci lezioni. Se in una situazione del genere si arriva a episodi di violenza e scontri allora e’ un grosso problema. I lampedusani hanno fatto quello che era in loro potere per mantenere gli immigrati nelle migliori condizioni possibili. Non bisogna mai confondere l’ospitalita’ con il diritto a fare quello che si vuole o di mettere a ferro e fuoco un’isola”.

E’ il pensiero di Max Pezzali, il cantante che  è salito sul palco di ‘O Scia’ a Lampedusa per il gran finale della manifestazione organizzata da Claudio Baglioni e iniziata martedi’ scorso.

“In altri paesi non si fanno scrupoli a reprimere qualunque rivolta nel sangue, anche se i manifestanti fanno un quindicesimo di quello che e’ accaduto a Lampedusa. Bisogna uscire dalla logica del politically correct a tutti i costi per stabilire che un casino del genere non si fa”.  Max Pezzali si è esibito con cinque canzoni sul palco di ‘O Scia’ tra cui la canzone di Sanremo ‘Il mio secondo tempo’.

Alla domanda se Lampedusa ha diritto a un suo secondo tempo Max Pezzali ha risposto “e’ un diritto acquisito sul campo per meriti acquisiti. E’ l’isola che ha rappresentato la porta non solo dell’Italia ma anche dell’Europa nel momento in cui tutti sono molto bravi solo con le parole mentre i lampedusani si sono impegnati a garantire a queste persone condizioni di vita umane quando invece l’Unione europea ha abbandonato non solo i lampedusani ma anche i migranti. Quindi se c’e’ un posto che ha diritto a un secondo tempo e’ Lampedusa”.

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