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Milano, caos e lacrimogeni sui richiedenti asilo fuori dalla Questura

Roma, 23 gennaio 2022 – Questa mattina circa 700 persone richiedenti asilo politico si sono trovate davanti alla caserma Annarumma di Via Cagni, a Milano. Centinaia di migranti costretti ad aspettare ore, a volte giorni, al freddo prima di essere ricevuti. E sempre che alla fine riescano a ottenere un appuntamento con l’ufficio immigrazione. Oggi, però, la calca era così imponente che le forze dell’ordine sono intervenute utilizzando anche i lacrimogeni. “Sono mesi che la situazione è sempre più drammatica e insostenibile”, hanno commentato dal movimento Mai più lager – No ai Cpr.

Immigrazione, caos fuori dalla Questura di Milano

Intorno alle 6 di stamattina “un gruppo consistente, composto prevalentemente da cittadini egiziani, con l’intento di guadagnare le prime posizioni nella fila, si è mosso in maniera repentina e compatta in direzione della porta di accesso“, si legge nella nota della Questura. A quel punto sono intervenute le forze di polizia che, “al fine di evitare contatti diretti che avrebbero potuto compromettere la sicurezza anche di soggetti estranei a questa azione proditoria, ha dovuto far ricorso al lancio di lacrimogeni a mano“. Nella nota di parla di almeno 700 persone radunate fuori dalla Questura nel quale, ormai da più di un anno, sono stati dislocati alcuni sportelli dell’ufficio Immigrazione.

L’intervento della polizia ha permesso di ristabilire l’ordine, ma allo stesso tempo ha anche posto l’attenzione sui problemi della gestione delle pratiche di richiesta d’asilo. Secondo gli attivisti di No ai Cpr, alla Questura di Milano si è creato un “tappo, disponendo che si debba fare la fila ogni lunedì mattina”. In questo modo, infatti, “solo 120 persone possano ricevere appunti scaglionati durante la settimana”, a scapito di tutte le persone che ogni giorno si presentano. “Li chiamano ‘facinorosi’, coloro che costringono a mettersi in fila per giorni e per notti per pregare di ottenere sacrosanti diritti come quello di asilo”, hanno scritto poi su Instagram.

Dure anche le dichiarazione del sindacato autonomo polizia (Sap). “Centinaia di extracomunitari richiedenti asilo politico costretti a bivaccare per giorni per essere ricevuti dagli operatori dell’ufficio immigrazione“, si legge nella nota. L’attenzione, però, è rivolta anche agli agenti chiamati a “contenere una folla in tumulto che, esasperata dalle temperature rigide della notte e dall’attesa estenuante, hanno aggredito fisicamente gli operatori in servizio. Se è vero che l’accoglienza è prioritaria per l’agenda politica del Paese, è altrettanto vero che gli unici che concretamente se ne fanno carico sono gli uomini e le donne della polizia”, riporta la nota rispetto agli unici 20 agenti presenti fuori dagli uffici di via Cagni.

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