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Immigrazione, la nuova “rotta della morte” dal Libano e dalla Turchia all’Italia: di cosa di tratta

Roma, 15 settembre 2022 – Sta nascendo una nuova rotta per l’immigrazione. Una tratta che è già denominata “della morte”, che porta i migranti dal Libano e dalla Turchia verso l’Italia e Malta attraverso il Mediterraneo. Il viaggio dura dai sette ai dieci giorni, e viene affrontato su barche di fortuna, senza riparo, acqua o cibo e quasi sempre con carburante insufficiente per superare la traversata. Solamente negli ultimi giorni, almeno quattro persone hanno perso la vita in questo modo.

Immigrazione, la nuova tratta della morte

Uomini, donne e bambini vengono fatti salire dai trafficanti in imbarcazioni fatiscenti. I migranti sono quasi tutti siriani e afghani, e il loro viaggio, via mare, parte dal Libano o dalla Turchia. Negli ultimi dieci giorni almeno cinque imbarcazioni sono partite dal Libano in direzione Malta e Italia. Su alcuni pescherecci sono state imbarcate anche 250 persone. Altre, invece, sono piccole e senza alcun riparo, destinate a rimanere alla deriva nel Mediterraneo dove le autorità delle zone Sar non rispondono per giorni e giorni alle richieste di aiuto. E dove i mercantili, una volta che le avvistano, cambiano rotta.

Ma cosa c’è dietro a questa rotta? Chi l’ha aperta? Dietro al nuovo flusso migratorio c’è sicuramente il peggioramento delle condizioni socio-economiche in Libano, che nei suoi campi profughi al momento ospita circa 200mila persone. Questo, unito all’assenza di accordi di ricollocazione in Europa e alla decisione del governo di Cipro di aumentare i respingimenti grazie a un patto con Beirut, ha aumentato i processi di immigrazione. A denunciare l’accordo tra Cipro e Libano è stata Sara Pretianni, responsabile dei programmi di soccorso Euromed Rights. A detta sue si tratta di un “accordo segreto. Da tempo osserviamo quello che succede ai migranti che partono dal Libano verso Cipro, una piccola isola che nell’anno scorso ha fatto segnare la più alta percentuale di aumento di sbarchi.

Di fatto Cipro ha messo in atto dei respingimenti sistematici delle barche in arrivo. Il governo libanese, poi, ha accettato di riprendere queste persone, come è venuto fuori anche da un’audizione al Parlamento europeo. E, come sempre accade, quando si chiude una rotta se ne apre subito un’altra. Infatti abbiamo osservato diversi barconi che dalle coste del Libano si sono diretti verso Grecia, Malta e Italia. Come appunto quello su cui è morta la bimba di quattro anni. Il fatto che nessuno intervenga è un attentato al diritto alla vita e al diritto marittimo che obbliga tutti gli Stati a portare soccorso immediato a chiunque sia in difficoltà senza preoccuparsi del suo stato giuridico”, ha spiegato.

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