REGISTA DE ‘IL PAESE DI FRONTE’, ANCH’IO NEL 1991 SU QUELLE NAVI
(di Luciana Borsatti) (ANSAmed) – ROMA, 14 NOV – "Il racconto finisce proprio nel 1991, con l’inizio del grande esodo degli albanesi verso l’Italia. Su una dei quelle navi c’ero anch’io, e ora ho il privilegio di raccontare la nostra storia". A parlare è Roland Seiko, autore del testo e co-regista con Mauro Brescia del dvd "Albania. Il paese di fronte", prodotto da Istituto Luce e Fox Channel Italia uscito in questi giorni in commercio. Il documentario parla di un Paese che si trova a sole 60 miglia dall’Italia, ma che è rimasto pressoché sconosciuto fino alla caduta della dittatura comunista di Henver Hoxa e ai primi sbarchi di massa di albanesi sulle coste italiane. Eppure sono tanti i legami che avevano unito Italia e Albania nella prima metà del Novecento, dal ruolo decisivo che la diplomazia italiana svolse per l’indipendenza del Paese, tra 1912 e il 1913, agli investimenti economici tra le due guerre fino all’occupazione da parte di Mussolini nel 1939. E anche in quello che lo storico Roberto Morozzo della Rocca, consulente per il dvd, ha definito il "buoco nero" del dopoguerra, è all’Italia che gli albanesi hanno continuato a guardare. "E’ stata per me una grande responsabilità, come albanese e come italiano – ha detto ancora Seiko, all’anteprima del dvd ieri sera alla Casa del cinema – portare a termine questo lavoro con la necessaria obiettività, visto anche che gli archivi con cui abbiamo lavorato avevano una vocazione propagandistica". Gli archivi in questione sono quelli dell’Istituto Luce – per il quale Seiko lavora, oltre a dirigere il periodico degli albanesi in Italia ‘Bota shqiptare’ – e l’Archivio del Film di Tirana. "L’Albania è stato un paese a lungo dimenticato – ha ricordato Leonardo Tiberi dell’Istituto Luce – anche a causa dell’isolazionismo autarchico del regime, che ruppe ben presto anche con l’Urss per scegliere la Cina di Mao. Ma l’Archivio di Tirana, fondato proprio dall’Istituto Luce, è sopravvissuto a tutto, ricco anche di interessante materiale cinese". E sono le parole di Indro Montanelli, che visitò il Paese delle Aquile tra gli anni Venti e Trenta, ad aprire con le prime immagini di quegli anni, su splendide spiagge e città disseminate di campanili e minareti, e su volti di uomini fieri e orgogliosi della propria identità. Perché "prima della religione, cattolico o ortodossa o musulmana – ha rilevato Morozzo della Rocca – nell’animo degli albanesi viene prima la nazione". "Siamo un popolo che ha sempre voglia di primeggiare", ha osservato da parte sua Kledi Kadiu, ballerino di Tirana noto al grande pubblico italiano per spettacoli tv come ‘Buona domenica’ e ‘Amici’, presente tra gli invitati all’anteprima. L’equazione immigrato albanese-criminalità è un pregiudizio che appartiene ormai al passato secondo Kledi, che vede nell’Albania di oggi "un bel cantiere in pieno sviluppo" e nell’Italia "un paese che offre opportunità a chi ha le capacita". E c’era anche lui, ieri mattina, tra i nuovi cittadini italiani ricevuti dal presidente Napolitano al Quirinale. (ANSAmed).
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