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Imprese di immigrati. “Prestiti dalle banche e agevolazioni per farle crescere”

Le proposte del ministro dello sviluppo economico Guidi. “Si aggreghino con quelle italiane per evitare concorrenza al ribasso”

 
 
Roma – 23 aprile 2015 – Servono più soldi per le imprese degli immigrati, sotto forma di prestiti da parte delle banche o di agevolazioni fiscali concesse dallo Stato. Un modo per sostenere e far crescere una componente sempre più importanti dell’economia Italia. 
 
Lo ha auspicato ieri il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, davanti Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen. Partendo dal fatto che su 6 milioni di imprese in Italia, ben 400 mila, quasi il 7%, sono guidate da immigrati extracomunitari, un dato cresciuto del 9,5% negli ultimi cinque anni. 
 
"Un primo importante intervento – ha detto il Ministro – è quello relativo alla facilitazione per l'accesso al credito delle piccole e medie imprese". Nel 2013 la richiesta di credito finanziario da parte delle imprese immigrate è stato pari all'11% rispetto al totale delle richieste. E, avverte Guidi, "si rende pertanto necessario vigilare con attenzione per evitare sovra-indebitamenti o il ricorso a canali di finanziamento meno controllabili, legati ad attività poco tracciabili e quindi di natura illecita".
 
Vanno poi "processi di aggregazione anche con imprese autoctone, al fine di evitare una competizione al ribasso" attraverso "il contratto di rete, strumento molto apprezzato dalle imprese, in particolare di micro e piccole dimensioni". 
 
Infine, secondo Guidi "un ulteriore efficace strumento potrebbe essere rappresentato dall'estensione delle agevolazioni previste per le Start up – imprese innovative anche alle 'Nuove imprese di cittadini extra Ue', al fine di favorire la diffusione e la crescita di competenze e innovazione, non solo di processo e di prodotto, ma anche commerciale, finanziaria e organizzativa".
 
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