Roma – 10 giugno 2014 – Sergey Brin di Google, Jerry Yang di Yahoo, Vinod Khosla di Sun Microsistem… dietro tanti miracoli della new economy ci sono menti immigrate. E se l’Italia diventasse come l’America, attraendo talenti dal resto del mondo perché realizzino qui le loro idee?
Per ora è fantascienza, ma stiamo facendo qualche passetto in avanti per iniziare a sognare. Uno di questi di chiama Italia Startup Visa, un nuovo canale per far arrivare con un visto speciale persone (e capitali) dall’estero per la creazione di start up innovative, aziende con particolari requisiti definiti dalla legge (articolo 25 comma 2 DL 179/2012).
Il nuovo sistema, come anticipa il quotidiano economico Italia Oggi, partirà il 24 giugno. Quel giorno verrà infatti lanciato il portale italiastartupvisa.mise.gov.it, attraverso il quale sarà possibile presentare le domande a un comitato tecnico costituito presso il ministero dello sviluppo economico.
Il comitato esaminerà il curriculum e il progetto del richiedente, così come la disponibilità di risorse finanziarie dedicate alla sua realizzazione, che non dovranno essere inferiori a 50.000 euro. Dovrà esprimersi entro un mese, con una bocciatura o con un nulla osta all’ingresso. Questo arriverà in automatico se l’imprenditore ha già trovato in Italia un “incubatore certificato”, cioè un’azienda che sostiene e sviluppa le startup, disponibile ad accoglierlo.
Una volta ottenuto il nulla osta, il cittadino straniero potrà rivolgersi al nostro consolato nel suo Paese e, se dimostra che ha anche la disponibilità di un alloggio in Italia e un reddito superiore a quello per l’esenzione della spesa sanitaria (8400 euro), potrà ottenere “con ogni consentita speditezza” un visto di ingresso “per lavoro autonomo startup”. Una volta qui, avrà un permesso di soggiorno per lavoro autonomo.
Questa procedura è descritta dettagliatamente nelle linee guida scritte dai ministeri dello sviluppo economico, degli esteri, dell’interno e del lavoro. Ora bisognerà vedere quanti talenti scambieranno l’Italia per la Silicon valley e risponderanno all’appello.
Elvio Pasca