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Ingresso vietato senza certificato medico? Sindaco denunciato per razzismo

Esposto in procura contro l’ordinanza anti profughi del primo cittadino di Alassio. E dieci associazioni di rivolgono all’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali

 
Alassio (Savona) – 16 luglio 2015 – “Divieto a persone prive di fissa dimora, provenienti da paesi dell’area africana, asiatica e sud americana, se non in possesso di regolare certificato sanitario attestante la negatività da malattie infettive e trasmissibili, di insediarsi anche occasionalmente nel territorio comunale”.
 
È l’ormai celebre ordinanza firmata il primo luglio da Davide Canepa, sindaco di Alassio, e  subito copiata da altri primi cittadini liguri. Serviva va tenere lontani i profughi in nome di un presunto allarme sanitario, ora se ne occuperanno la magistratura e l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni (Unar) per capire se è un provvedimento razzista. 
 
Il Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione, guidato da Aleksandra Matikj, ha presentato una denuncia presso la Procura di Savona. 
 
“Chiediamo di valutare – siega Matikj – se si possa riscontrare nella ordinanza la violazione dell’articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea che al comma 2 dice: “… è vietata qualsiasi discriminazione fondata sulla cittadinanza…” e in caso positivo, abbiamo chiesto che in base a tale articolo venga dichiarata nulla l’ordinanza del Comune di Alassio e dei Comuni che l’hanno condivisa”. 
 
“Siamo preoccupati – aggiunge la presidente del Comitato – per la situazione in Liguria che sta sempre peggiorandosi. Temiamo che queste continue richieste contro noi Immigrati possano creare anche del disordine pubblico e dei veri e propri atti di razzismo, nazionalismo e violenza”. 
 
Intanto, si muovono anche associazioni di livello nazionale e internazionale. Medici Senza Frontiere, Amnesty International, Arci, Asgi, Simm, Avvocato di Strada, Comunità di San Benedetto e Campagna LasciateCIEntrare, Cgil, Terre des Hommes, hanno presentato un esposto all'Unar, chiedendo di valutare se l’ordinanza è compatibile con le “vigenti normative antidiscriminatorie”.
 
L’esposto, redatto dall’avvocato Alessandra Ballerini,  smantella i presupposti dell’ordinanza. Il sindaco, ad esempio, parla di “ un esponenziale aumento sul territorio comunale di cittadini stranieri provenienti da diversi stati africaniasiatici e sudamericani” , quando invece ad Alassio erano stati destinati appena 8 profughi. 
 
Quanto alla tutela sanitaria, l’Asl ha già precisato che i profughi, “ quando giungono in provincia di Savona vengono visitati nella sede Asl di via Scarpa e successivamente indirizzati verso le strutture di accoglienza, dove viene comunque assegnato loro un medico”.  “Ad oggi – ribadisce Medici Senza Frontiere –  non si può ritenere che vi sia  un’emergenza sanitaria in qualche modo collegata all’arrivo di popolazioni migranti sul nostro territorio”.
 
Tante, poi le contestazioni  in punta di diritto. Dalla violazione dei principi di eguaglianza, riserva di legge e legalità sostanziale in materia di sanzioni amministrative, previsti dalla Costituzione, a quella dei Testi Unici sull’immigrazione e sugli Enti locali. Tra l’latro una simile ordinanza anti-ebola del sindaco di Padova è stata già sospesa dal Tar. ..
 
 
 
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