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“Insegniamo l’Italiano agli immigrati, contro diffidenza e paura”

L’appello del presidente della Repubblica Mattarella: “La conoscenza della lingua è un veicolo di integrazione. Previene la formazione di ghetti”

 

 

Roma – 28 settembre 2015 – Insegnare l’italiano agli immigrati, per aiutarli a integrarsi, per abbattere i muri, per evitare che si chiudano in ghetti linguistici e culturali. È la strada indicata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenuto sabato scorso a Milano al LXXXII Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri

“La Società Dante Alighieri – ha ricordato Mattarella – era nata, alla fine dell’Ottocento, con il nobile e lungimirante intento di mantenere vivo l’Italiano tra i nostri connazionali emigrati all’estero. Oggi, in un contesto storico in cui siamo passati da Paese di emigrazione a Paese di transito, e, in parte significativa, di immigrazione, questa missione trova nuove ragioni”. 

“Naturalmente – ha spiegato il Capo dello Stato – la sfida principale è, oggi, nel mondo, quella di essere testimone e portavoce d’Italia per la nostra lingua, delle nostre bellezze e dei nostri prodotti; in Italia il compito è quello di essere, attraverso la conoscenza della lingua, un decisivo veicolo di integrazione tra i cittadini e le numerose e diverse comunità immigrate che si sono insediate nel nostro territorio”.

“Per queste comunità l’Italiano è diventata la lingua della reciproca comunicazione. Comunicazione – ha sottolineato Mattarella – significa conoscenza e la conoscenza abbatte i muri della diffidenza e della paura. Previene la formazione di ghetti che sono innanzitutto linguistici e culturali. Credo che dovremmo essere più impegnati nel promuovere e nell’assicurare la conoscenza della nostra lingua agli immigrati che si insediano nel nostro Paese”.

 

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