“Non possiamo considerare un milione mezzo di musulmani terroristi o fiancheggiatori”. “Il divieto di burkini? Non mi sembra che il modello francese abbia funzionato”
Roma – 17 agosto 2016 – Vietare il velo, o il burkini, come succede in Francia, non è un’opzione presa in considerazione dal governo italiano. No a “provocazioni” nei rapporti con i musulmani, ma collaborazione nella lotta al terrorismo, imam formati qui e moschee alla luce del sole.
È il programma illustrato oggi dal ministro dell’Interno Angelino Alfano in un’intervista al Corriere della Sera.
“Il mio approccio – dice – è costituzionale, perché la nostra Carta garantisce a tutti la libertà di culto; liberale, perché esiste un diritto naturale che precede le leggi e le costituzioni; pragmatico, perché in Italia ci sono un milione mezzo di musulmani che io non posso certo considerare terroristi o fiancheggiatori dei terroristi; severo, perché ho espulso 9 imam in quanto c’è una differenza tra pregare e inneggiare all’odio e alla violenza”.
Alfano ricorda che il governo sta lavorando a “un modello di imam che abbia una formazione in Italia per poter operare nel nostro Paese. Inoltre, chiediamo alle comunità islamiche un contributo per individuare i soggetti che si radicalizzano anche per intensificare i controlli sui finanziamenti in arrivo dall’estero. È necessaria un’emersione di tutti i luoghi di culto, con pieno rispetto delle regole, per evitare le mini moschee nei garage”.
E i divieti d’Oltralpe a velo in pubblico e burkini sulle spiagge? “Non mi sembra che il modello francese abbia funzionato per il meglio”. “Il ministro dell’Interno – aggiunge – ha la responsabilità di garantire la sicurezza e di scegliere il livello di durezza nelle risposte che però non diventi mai provocazione potenzialmente capace di attirare attentati”.