Roma – 24 febbraio 2015 – Per combattere i fondamentalisti e ascoltare un fetta importante di nuovi cittadini, il ministero dell'Interno torna a parlare con l'Islam italiano.
Ieri Angelino Alfano ha presieduto una riunione con i rappresentanti di varie comunità e associazioni musulmane, la prima puntata di quella che nelle intenzioni del Viminale vorrebbe diventare “una stabile consultazione”. In sostanza, è la nuova edizione di iniziative già viste con i suoi predecessori: la Consulta per l'Islam Italiano di Beppe Pisanu e Giuliano Amato e il Comitato per l’Islam Italiano voluto da Roberto Maroni.
Nella nota diffusa dal ministero si sottolinea la "necessità di dare massima attenzione ai temi del dialogo interculturale e interreligioso, per favorire la coesistenza, la cooperazione e la coesione sociale nella comunità nazionale, nonché per garantire l’esercizio dei diritti civili e sociali, compresi quelli relativi alla libertà religiosa, nel quadro dell’ordinamento italiano". All'ordine del giorno, però, c'è la lotta al radicalismo islamico.
"Occorre distinguere chi prega da chi spara e chi prega ha il dovere di prendere duramente, incontrovertibilmente, inequivocabilmente le distanze da chi spara, anche con denunce. Da oggi – ha spiegato Alfano – si apre una nuova fase di dialogo e confronto per approfondire e superare le problematiche connesse alle diverse identità religiose e culturali, per assicurare una convivenza pacifica nell’ambito della nostra società e per respingere con forza e determinazione ogni sfumatura legata all’estremismo violento".
I rappresentanti di associazioni e comunità islamiche (c'erano tra gli altri il Coreis, la moschea di Roma e l'Ucooi) hanno assicurato la loro collaborazione contro i predicatori d'odio e hanno espresso la loro condanna per epidosi che li colpiscono "sia come persone che come religiosi"."Di fronte al periodo storico che stiamo vivendo – ha aggiutno Alfano -, diventa strategico un progetto di antiradicalizzazione sul web, che si articoli in una sorta di contro-retorica attraverso la testimonianza di leaders rappresentanti del mondo islamico italiano".