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Islam italiano, via ai lavori del Comitato

Prima riunione operativa dei consiglieri di Maroni. In agenda imam, moschee, burqa e matrimoni

Roma – 24 maggio 2010 – Formazione degli imam, moschee, burqa e matrimoni combinati. Questi i temi in agenda del nuovo Comitato per l’Islam italiano, organismo che consiglierà il ministro dell’Interno Roberto Maroni.
La prima riunione si è tenuta giovedì scorso a Roma, Maroni non c’era e i lavori sono stati avviati  dal sottosegretario Alfredo Mantovano. Il comitato si è diviso in quattro gruppi che studieranno e avanzeranno proposte su altrettanti temi che riguardano i musulmani in Italia.

Il primo gruppo si dedicherà al tema della formazione degli imam (in Italia ce ne sarebbero almeno settecento) e già dalle prime battute sono emersi i punti critici della questione: come può uno Stato laico intervenire sulla formazione dei ministri di un culto? Perchè allora intervenire solo sull’islam e non sulle altre confessioni religiose? Con quali fondi e come andrebbero organizzati eventuali corsi?

Un secondo gruppo si concentrerà invece sulle moschee, tema caro alla Lega Nord e quindi al ministro Maroni, che vorrebbero sospendere la creazione di nuovi edifici di culto finchè non verranno definite regole più stringenti. Molti i temi di cui si occuperà il comitato, dai requisiti di sicurezza e urbanistici degli edifici, alla lingua da utilizzare durante le prediche del venerdì.

Un altro  gruppo si occuperà di burqa. Il primo tema è tornato d’attualità con il bando varato in Belgio e quello per ora solo proposto in Francia, ma in Italia da mesi ci sono disegni di legge analoghi fermi in Parlamento. Questi vorrebbero rivisitare e inasprire le norme che già oggi vietano di girare senza giustificato motivo con il capo completamente coperto.

Infine c’è un gruppo dedicato ai matrimoni combinati, discussione che riguarderà particolarmente comunità, come quella pakistana, dove i figli vengono fatti sposare giovanissimi  a seguito di accordi tra le famiglie.  Una pratica che, con l’emigrazione,  diventa anche un mezzo per evitare matrimoni con uomini o donne italiane, vissuti come una minaccia alla propria cultura.

Un mese fa  avevano fatto discutere le dimissioni di Mario Scialoja, direttore italiano della Lega Musulmana Mondiale,  che denunciava che a guidare i lavori del Comitato erano “tutti italiani non musulmani”. Il suo posto è stato preso da Anna Nardini, coordinatore dell’Ufficio Studi e Rapporti Istituzionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Elvio Pasca

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