(di Luciana Borsatti) (ANSAmed) – ROMA, 10 NOV – "Noi difendiamo un Islam tollerante, aperto e solidale e anche l’Italia ha interesse a sostenerci, se vuole evitare di cadere nella trappola dell’integralismo". Nella sua prima tappa a Roma di un viaggio fra le comunità marocchine in Italia, il ministro del Marocco con delega per i connazionali all’estero, Mohammed Amer, parla così delle iniziative del suo governo per garantire che questi ultimi non siano influenzati dai seguaci del radicalismo. Iniziative che hanno anche visto l’esecutivo di Rabat richiamare in patria, proprio nell’ultimo fine settimana, imam e rappresentati delle comunità all’estero – in particolare da Spagna e Italia – per fare il punto con loro su questo tema. Ma l’azione di Rabat ha anche suscitato in Spagna – come già in Olanda, dove il tema era stato dibattuto in Parlamento – anche le critiche di chi, in quelle stesse comunità, riteneva che si trattasse di un’indebita ingerenza del Marocco negli affari interni dei Paesi europei di accoglienza. "Non si tratta di ingerenze – ha detto Amer ad ANSAmed sull’argomento -, ma di iniziative che rispondono alle legittime attese delle stesse comunità marocchine all’estero e che sono concertate con l’Italia". Concertazione che rientra negli accordi, ha aggiunto, tra il Marocco e il ministero degli Affari Esteri. Quanto agli imam e ai rappresentanti delle comunità marocchine che si sono recati nei giorni scorsi a Marrakesh (fra cui anche, per l’Italia, il segretario generale del centro della Grande Moschea di Roma Abdellah Redouane), sono stati solo "invitati ad una conferenza", ha precisato. Le comunità immigrate in Europa hanno "bisogno di un accompagnamento per evitare rischi – ha ancora sottolineato Amer, alludendo al pericolo di influenze fondamentaliste nelle loro attività di culto -. Se non siamo noi a farlo, altri lo faranno e lo faranno male". Ma l’azione all’estero di Rabat – che per il Ramadam ha anche inviato imam e ‘mourchidat’ (predicatrici) dal Marocco, prevede anche interventi culturali e sociali. "I nostri connazionali – spiega ancora Amer – hanno bisogno di spazi culturali per discutere al proprio interno, ma non certo in un’ottica separatista, e sulla loro integrazione nel Paese in cui vivono. C’é poi l’aspetto sociale che richiede attenzione, a partire dalle donne, giovani e i bambini". Anche di questo il ministro ha parlato nel suo primo incontro di oggi, al Centro Averroé – sede anche delle donne marocchine in Italia – diretto dalla parlamentare del Pdl Souad Sbai. "Ho sempre criticato in passato le iniziative esterne – ha detto la deputata rispondendo sul rischio di ingerenze in una materia che dovrebbe essere di competenza dei governi europei -, ma quando abbiamo visto la situazione degenerare siamo stati noi della comunità marocchina a chiedere un intervento del Marocco, un Paese che ha sconfitto i fondamentalisti, oltre che una maggiore attenzione da parte del governo italiano. Nessun Paese in Europa può affrontare da solo il problema, c’é bisogno di accordi bilaterali, come è anche nella politica della Ue". (ANSAmed).
BOR/ S0B ST1 ST2 S91 QBXB
ISLAM:MAROCCO RICHIAMA IMAM; MINISTRO,NESSUNA INGERENZA/ANSA
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