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Istat: 4,3 milioni di residenti stranieri

388 mila in più in un anno, il 7% della popolazione. Scarica tutti i nuovi dati

Roma – 18 febbraio 2010 – Sono 4,3 milioni i cittadini stranieri residenti in Italia regolarmente iscritti all’anagrafe, i protagonisti principali della crescita demografica e dello svecchiamento del Paese. Lo dicono le stime sui principali indicatori demografici presentate oggi dall’Istituto nazionale di Statistica (Istat).

Dopo lo storico superamento della soglia dei 60 milioni di residenti a fine 2008, l’anno appena conclusosi farebbe riscontrare un ulteriore incremento di 342 mila unità, determinando così il raggiungimento dei 60 milioni 387 mila residenti a fine 2009.

Come accade ormai da diversi anni, scrive l’Istat, il maggior contributo all’incremento demografico del Paese è quello offerto dalla dinamica migratoria.  L’analisi dei flussi con l’estero distinti secondo la cittadinanza (italiana/straniera) evidenzia che gran parte del movimento  è dovuto agli stranieri.

Le iscrizioni dall’estero di cittadini stranieri risultano pari a 434 mila, mentre i rientri in patria degli italiani sono 33 mila. Per quanto riguarda le cancellazioni, invece, si stimano 55 mila cancellati stranieri a fronte di 28 mila cancellati di cittadinanza italiana. Ne risulta, pertanto, che il saldo migratorio con l’estero riguardante i soli cittadini stranieri ammonta a +405 mila, mentre per gli italiani risulta negativo di oltre 21 mila unità.

Gli arrivi dall’estero sono comunque in calo rispetto al passato, secondo l’Istat a causa della crisi occupazionale. Tra i fattori di attrazione, i ricercatori citano il decreto flussi 2008 (150mila ingressi), mentre la regolarizzazione farà sentire i suoi effetti sulle iscrizioni all’anagrafe solo a partire da quest’anno. Influiscono ancora, invece, l’ingresso della Romania nell’Ue (la comunità è cresciuta del 20% ) e i ricongiungimenti familiari.

Complessivamente, gli stranieri residenti in Italia sono 4 milioni 279 mila al 1° gennaio 2010,  388 mila unità rispetto al 1° gennaio 2009. Rappresentano ormai il 7,1% della popolazione   A questa stima concorrono 405 mila unità in più per effetto delle migrazioni con l’estero, 70 mila unità in più per effetto della dinamica naturale positiva (74 mila nati stranieri contro appena 4 mila decessi), 28 mila unità in meno per effetto delle poste migratorie interne e per altri motivi e, infine, 59 mila unità in meno per acquisizioni della cittadinanza italiana.

Le comunità più numerose sono quella rumena (953 mila), albanese (472mila) e marocchina (433 mila) le quali, messe insieme, costituiscono il 43% delle presenze. Tra i Paesi asiatici la prima comunità è quella cinese, con 181 mila presenze. La prima comunità tra i Paesi sub-sahariani è quella senegalese, con 71 mila presenze. Tra i Paesi americani primeggia,invece, la comunità ecuadoriana, 85 mila presenze, seguita da quella peruviana con 83 mila. 

Per il terzo anno consecutivo la popolazione di cittadinanza italiana è in diminuzione. In complesso gli italiani residenti ammonterebbero a 56 milioni 108 mila unità al 1° gennaio 2010, con una riduzione di circa 46 mila unità (-0,8 per mille) sull’anno precedente. Per i cittadini italiani risultano ampiamente negativi il saldo naturale (-87 mila unità) e il saldo migratorio netto con l’estero (-21 mila unità). Tali diminuzioni sono in parte compensate dalle poste migratorie interne e per altri motivi (+4 mila) e, soprattutto, dalle acquisizioni della cittadinanza italiana (+59 mila).

Gli immigrati colmano almeno in parte i vuoti generazionali lasciati dagli italiani. Gli stranieri residenti in Italia hanno infatti un’età media di soli 31,5 anni. Una struttura per età, quindi, nettamente più giovane di quella dei residenti di cittadinanza italiana (44,2 anni). Dei circa 4,3 milioni immigrati residenti stimati al 1° gennaio 2010, il 22% ha fino a 17 anni di età e il 70% meno di 40 anni. Tra i residenti italiani le analoghe percentuali sono invece, rispettivamente, pari al 17% e al 43%.
L’incidenza della presenza straniera varia pertanto al variare dell’età, costituendo una parte più rilevante tra i minori e tra la popolazione in età da lavoro. A fronte di un tasso di incidenza medio del 7,1%, i minori stranieri incidono per il 9,2% del totale, mentre quelli di età compresa tra i 18 e i 39 anni incidono per il 12,1%.

Anche il contributo alla natalità delle madri di cittadinanza straniera si fa sempre più importante. Si stima, infatti, che nel 2009 circa 94 mila nascite, pari al 16,5% del totale, siano attribuibili a madri straniere (erano 29 mila nel 1999, pari al 5,4%, 92 mila nel 2008 pari al 16%), di cui il 3,4% con partner italiano e il restante 13% con partner straniero. Nel 2009 le donne straniere hanno procreato mediamente 2,05 ciascuna, contro i 1,33 figli per donna delle cittadine italiane. 

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Il comunicato dell’Istat con tutti i dati

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