+ 10% in un anno
ROMA – Aumentano gli immigrati in Italia: al 1° gennaio 2007 gli stranieri residenti in Italia sono 2.938.922 (1.473.073 maschi e 1.465.849 femmine), rispetto all’anno precedente aumentano del 10,1%.
Lo rende noto l’Istat secondo cui risultano ancora "in forte crescita" i cittadini stranieri residenti provenienti dall’Europa centro-orientale: complessivamente l’incremento rispetto al primo gennaio 2004 è del 48,8%.
Rispetto all’anno precedente è più contenuto, anche a causa dell’uscita da questa area geografica di Romania (+92,5%) e Bulgaria (+73,8%). Se si considerassero ancora in questo gruppo Romania e Bulgaria, paesi neocomunitari, l’incremento sarebbe ancora maggiore, pari al 60,1%.
Alcune cittadinanze mostrano incrementi straordinari: gli ucraini sono passati in tre anni da meno di 58 mila unità a 120 mila, i rumeni da 178 mila a 342 mila, i polacchi da 40 mila a 72 mila e gli albanesi da 270 mila a 376 mila. Anche i cittadini dell’Asia orientale continuano a far registrare aumenti consistenti, in particolare i cinesi, cresciuti da 87 mila a 145 mila unità.
La crescita della popolazione straniera residente nel nostro paese – rileva l’Istat – è dovuta, anche nel 2006, all’aumento dei nati di cittadinanza straniera (figli di genitori residenti in Italia, entrambi stranieri): il saldo naturale (differenza tra nascite e decessi) risulta in attivo per 54.318 unità. Nel 2006 i bambini nati da genitori stranieri sono stati 57.765 (+11,1% rispetto all’anno precedente), dato che corrisponde al 10,3% del totale dei nati in Italia.
Nel complesso l’aumento della popolazione straniera contribuisce alla crescita della popolazione residente in Italia – che nel corso del 2006 è passata da 58.751.711 a 59.131.287 unità – per circa il 70,7%. L’incidenza percentuale degli stranieri sulla popolazione complessiva, che all’inizio dell’anno 2006 era del 4,5%, raggiunge così alla fine dello stesso anno quota 5,0%.
Per quanto riguarda la distribuzione per territorio, l’insediamento della popolazione straniera nel nostro paese è localizzato prevalentemente nelle regioni del Centro-Nord; nel Mezzogiorno risiede soltanto l’11,6% della popolazione straniera, la parte restante è suddivisa fra il Nord-Ovest (36,3%), il Nord-Est (27,3%) e il Centro (24,8%). Un quarto degli stranieri residenti in Italia (il 24,8%) è in Lombardia e – in particolare – nella provincia di Milano dove si concentra il 10,8% del totale degli stranieri residenti in Italia.
Lavoro e famiglia, considerate insieme, "rappresentano ormai oltre il 90% dei motivi di presenza" in Italia degli stranieri. Il dato emerge attraverso la lettura dei dati sui permessi di soggiorno al 1° gennaio 2007, elaborati dall’Istat sulle informazioni fornite dal ministero dell’Interno. Il lavoro è la causa prevalente (1.463.058 permessi), soprattutto tra gli uomini (circa il 78%), mentre per le donne la quota scende al 44%. Negli ultimi anni cresce il numero dei permessi per motivi familiari (763.744).
Il rapporto tra i sessi, all’inizio del 2007, "appare equilibrato" (102 maschi per 100 femmine) anche se permangono, e in alcuni casi si accentuano rispetto al passato, significative differenze tra le diverse comunità: i cittadini provenienti dall’Ucraina, dalla Polonia, dall’Ecuador e dal Perù mostrano un rapporto decisamente favorevole alle donne (rispettivamente 22 e 39 maschi per 100 femmine per le prime due comunità e 64 maschi per 100 femmine per le restanti due), mentre tra residenti africani e asiatici il rapporto volge a favore degli uomini (rispettivamente 160 e 120 maschi per 100 femmine). Per quanto riguarda la natalità, la ripresa osservata negli ultimi anni è andata di pari passo con l’incremento delle nascite della componente straniera della popolazione residente, incremento che si è fatto sempre più rilevante ed evidente.
L’incremento delle nascite si è tradotto in un aumento del numero medio di figli per donna che è passato dal minimo di 1,19 figli del 1995 a 1,32 nel 2005. Questo indicatore può essere calcolato separatamente per le due componenti italiana e straniera della popolazione residente, ottenendo rispettivamente 1,24 e 2,41 figli per donna. Nel 2005, quindi, le donne straniere residenti in Italia hanno fatto registrare un livello di fecondità doppio rispetto alle donne italiane. L’analisi dei permessi di soggiorno per anno d’ingresso segnala che oltre il 50% dei 2.414.972 stranieri regolarmente presenti al 1° gennaio 2007 è in Italia da almeno 5 anni, e di questi ben 633 mila da almeno 10 (26,2%). Tra gli immigrati di più antica presenza spiccano filippini, senegalesi e tunisini, in circa la metà dei casi in Italia da più di 10 anni, mentre oltre il 60% dei cittadini dello Sri Lanka, della Serbia-Montenegro e del Marocco lo è da almeno 5 anni.
Albanesi, marocchini e rumeni, che a livello nazionale rappresentano le prime tre comunità straniere, sono presenti in modo significativo in quasi tutte le aree del paese, seppure con intensità maggiore in alcune regioni. Gli albanesi sono maggiormente presenti in Lombardia (circa 76 mila unità, il 20,3% dei circa 376 mila residenti in Italia), Toscana (13,7%), Emilia-Romagna (11,8%), Piemonte (9,6%). I marocchini sono maggiormente presenti in Lombardia (circa 84 mila individui, 24,4% dei 343 mila residenti in Italia), Emilia-Romagna (15,6%), Piemonte (14,6%) e Veneto (13,6%). I rumeni risiedono prevalentemente nel Lazio (circa 76 mila, 22,2% dei 342 mila rumeni in Italia), in Piemonte (17,4%), in Lombardia (16,5%), in Veneto (14,1%).
(2 ottobre 2007)