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Italia e Romania: intervenga l’Ue

Prodi e Tariceanu scrivono a Barroso. "La Commissione promuova una risposta adeguata e rapida"

ROMA – Per governare i flussi migratori tra Paesi membri dell’Unione europea, servono interventi a livello comunitario.

È quanto chiedono il presidente del consiglio Romano Prodi e il premier romeno Calin Popescu Tariceanu in una lettera indirizzata ieri al presidente della commissione europea José Barroso. Tra le strade da percorrere dovrebbero esserci un rafforzamento dei programmi dedicati all’integrazione sociale delle popolazioni meno favorite, come quella rom, e regole più efficaci per il rimpatrio dei comunitari, con un rafforzamento della cooperazione tra Paesi d’origine e di destinazione.

Ecco il testo completo della lettera:

"Come lei sa, negli ultimi anni i movimenti transfrontalieri tra gli Stati membri dell’Unione si sono intensificati significativamente. L’ondata di emozione suscitata in Italia e in Romania a seguito del brutale assassinio attribuito a un cittadino romeno di origine rom, oltre che a seguito delle reazioni razziste che ciò ha scatenato contro un’intera popolazione, non è che un esempio dei problemi che possono emergere in una situazione di tensione.

Ci sembra evidente che gli Stati membri i cui cittadini si stabiliscono in gran numero sul territorio di altri Stati membri, oltre che gli Stati membri destinatari, non hanno, da soli, i mezzi per fare fronte alle difficoltà che ne derivano. I primi non possono impedire ai loro cittadini di esercitare il loro diritto alla libera circolazione, mentre i secondi non sono in grado di assorbire un numero importante di persone, a volte sprovviste di mezzi adeguati.

Sulla base di queste considerazioni, attiriamo la sua attenzione sul fatto che si tratta di un tipico caso per il quale la risposta più efficace deve venire dall’Unione europea.

Riteniamo che l’approccio a questa problematica dovrebbe prendere in considerazione due aspetti: l’integrazione sociale delle popolazioni meno favorite oltre che la cooperazione tra gli Stati membri in termini di gestione dei movimenti della propria popolazione.

In primo luogo, sarebbe auspicabile lavorare a partire dai programmi comunitari esistenti per prevedere la possibilità di renderli più mirati e di potenziarli quando la situazione lo richiede. I programmi di sviluppo e di aiuto sociale attualmente in vigore nel quadro dei fondi strutturali e concernenti i Paesi di provenienza, per esempio, potrebbero essere rafforzati per venire incontro ai fenomeni più problematici, come i flussi migratori che riguardano l’etnia rom. In questo contesto, dato che una parte significativa delle persone che creano problemi in termini di gestione dei propri movimenti a livello di Ue sono di origine rom, invitiamo la Commissione europea a riflettere su una Strategia europea per l’inclusione dei rom, che fornirà la base per lanciare nuove iniziative o per completare le iniziative già esistenti in termini di inclusione sociale delle popolazioni meno favorite.

In secondo luogo sarà bene lavorare sulle disposizioni europee esistenti che regolano il ritorno, a partire dagli Stati membri di destinazione, di persone che non soddisfano le condizioni per rimanere. Queste disposizioni possono essere completate, per esempio, rendendo più efficace la cooperazione tra Paesi d’origine e di destinazione, sempre rispettando il diritto alla libera circolazione. E’ molto importante stabilire un modello di cooperazione che possa consentire una migliore conoscenza dei movimenti di popolazione a livello europeo.

Sottoponiamo queste osservazioni alla sua considerazione, signor Presidente, nella speranza che la Commissione si possa fare promotrice di una risposta adeguata e rapida a questo genere di problemi, facendo perno, tra l’altro, sulla flessibilità che gli strumenti comunitari consentono in situazioni sensibili"

(8 novembre 2007)

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