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Italia-Libia. Il testo del nuovo accordo sull’immigrazione

Siglato dal ministro dell’interno Cancellieri e dal suo omologo Abdulali, richiama le intese strette nell’era Gheddafi, ma parla anche di tutela dei diritti umani. L’espressione” respingimenti” non c’è, sono però previste non meglio specificate “attività in acque internazionali”

Roma – 18 giugno 2012 – Il dato certo è che la collaborazione tra Italia e Libia per fermare i clandestini continua. Bisognerà però adesso vedere se e come, promesse a parte e visti i precedenti,  tutelerà i diritti di migranti e richiedenti asilo.

Lo scorso 3 aprile, il ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri ha incontrato a Tripoli il suo omologo  Fawzi Al-Taher Abdulali. Ne è uscito fuori un accordo il cui testo è stato svelato oggi da la Stampa. Già nella premesse richiama inevitabilmente l’era Gheddafi, aggiungendo però un pò di “buone intenzioni”.

Le due parti dicono infatti di “tenere presente i precedenti accordi”e “la determinazione della Libia di fondare nuovo Stato basato sulla democrazia e su principi di diritti umani universalmente riconosciuti”. Le fonti a cui fare riferimento sarebbero la “Tripoli Declaration firmata dai Primi ministri Monti ed Al Kiib” a gennaio, ma anche la “Convenzione contro la criminalità organizzata transazionale” del 2000 e i relativi “Protocolli aggiuntivi contro il traffico di migranti e la tratta di esseri umani”, siglati con il regime del Colonnello.

Il primo punto dell’accordo è dedicato alla formazione. Il Viminale sta già addestrando gli agenti libici, ad esempio sui controlli di polizia di frontiera, l’individuazione di documenti falsi o la guida di motovedette.  Ci saranno anche altri corsi, presso la nostra ambasciata a Tripoli  aprirà un “centro di individuazione di falso documentale” e sempre in territorio libico verrà creato un centro di addestramento nautico.

Si passa poi ai centri di accoglienza libici, più volte oggetto di accuse gravissime da parte delle organizzazioni umanitarie. A Kufra, nel mezzo del deserto e vicino al confine con il Sudan, un nodo importantissimo dei flussi di profughi e migranti, verrà costruito un centro sanitario per il “primo soccorso a favore degli immigrati illegali”. Per il ripristino si altri centri di chiederà il sostegno della Commissione Europea.

Tema spinoso è il monitoraggio dei confini. La Libia si impegna ancora a “rafforzare le proprie frontiere marittime e terrestri”, l’Italia a fornire “mezzi tecnici” e “attrezzature”. Ripartirà il progetto Sah-Med,  per controllare il confine meridionale anche con l’utilizzo di radar e satelliti. L’accordo con Gheddafi prevedeva l’Italia si accollasse al metà dei costi, e che l’altra metà fosse sostenuta dall’Unione europea.

Le due parti concordano poi di “adoperarsi alla programmazione di attività in mare negli ambiti di rispettiva competenza nonché in acque internazionali, secondo quanto previsto dagli accordi bilaterali in materia e in conformità al diritto marittimo internazionale”.  Inoltre, “per le attività di contrasto all’immigrazione illegale e durante la permanenza degli immigrati illegali nei centri di accoglienza” confermano “l’impegno al rispetto dei diritti dell’uomo, tutelati dagli Accordi e dalle Convenzioni internazionali vigenti”.

Di respingimenti non si parla espressamente. Ma cosa sono le “attività” anche in “acque internazionali” previste da accordi bilaterali? E se i richiami al diritto internazionale e ai diritti dell’uomo possono essere confortanti, non si può dimenticare che c’erano anche nel trattato di amicizia firmato da Berlusconi e Gheddafi e non sono stati certo una garanzia, come dimostra, ad esempio,  la condanna inflitta all’Italia dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo.

Cancellieri e Abdulali hanno concordato infine di avviare dei programmi di rientro volontario degli immigrati irregolari, in collaborazione con l’organizzazione Mondiale per le Migrazioni. Verrà infine ripresa la realizzazione di un sistema di gestione per anagrafe civile e sono previsti alcuni organismi di collegamento e nuovi canali di scambio di informazioni tra Italia e Libia.

Processo verbale della riunione tra il ministro dell’Interno della Repubblidca italiana ed il ministro dell’interno della Libia (Tripoli, 3 aprile)

Elvio Pasca

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