Venerdì, la partita decisiva per passare ai quarti di Euro 2008. Ecco con quale spirito la attendono i romeni
Roma – 11 giugno 2008 – Italiani e romeni si preparano per lo scontro calcistico di venerdì, quando allo stadio di Zurigo gli azzurri si incontreranno con i “tricolorii” della Romania. È la sfida decisiva per il passaggio ai quarti di Euro 2008. E non importa molto essere tifosi o meno, la partita la vedranno anche coloro che di calcio non si interessano. Perché, se non altro, entra in gioco l’orgoglio nazionale.
“Io non seguo molto questo sport – dice Mihai Muntean dell’Associazione romeni in Italia – ma quando gioca la nazionale è diverso. Nella comunità c’è grande attesa, la gente si riunirà con amici e familiari per tifare insieme per il proprio paese”.
Intanto Adrian Mutu, attaccante romeno della Fiorentina promette una Romania “più offensiva”, perché “l’Italia è un avversario più forte, e diverso dalla Francia”. Lo ha detto in un’intervista al quotidiano romeno ‘Evenimentul zilei’, in cui auspica per la seconda partita del girone un match all’insegna dell’attacco.
“Vorrei un gioco più offensivo contro l’Italia di quello contro la Francia – ha detto Mutu, confidando in una migliore prestazione rispetto allo 0-0 con i francesi – soprattutto perché la gente si aspettava di più da me. Fisicamente siamo tutti in forma – ha assicurato -, ma dobbiamo prepararci bene perché i nostri avversari sono qualitativamente migliori di noi”.
In questi giorni non si riesce però a non fare riferimento al recente clima tra italiani e romeni. Gli immigrati della Romania sembrano un po’ impauriti, visto che hanno preferito rinunciare ad una proiezione della partita su maxischermo. “Volevamo organizzarla in una piazza nella periferia di Roma, verso via Casilina o via Prenestina – spiega Eugen Terteleac, presidente dell’Associazione romeni in Italia – ma abbiamo rinunciato per evitare possibili contestazioni o violenze. La comunità non si sente tranquilla. Ho personalmente fatto qualche sondaggio – aggiunge -, chiedendo ai proprietari di alcuni locali se si poteva organizzare una visione collettiva, ma la risposta è stata “meglio che ve ne state a casa”.
A questo proposito ha parlato Cosmin Contra, ex calciatore del Milan, oggi al Getafe. “Non abbiamo discusso con i compagni a proposito dei problemi dei romeni in Italia – ha detto -, però notiamo che tutti questi casini non succedono con i nostri connazionali negli altri Paesi, come in Spagna”.
Contra ha aggiunto ironicamente di “non aver pensato che i problemi dei romeni in Italia possano essere una motivazione in più nel match contro gli azzurri”. “Magari la partita di venerdì – ha sottolineato – potrebbe essere un’occasione per fare la pace”. Ed è un po’ questo lo spirito di tanti romeni in queste ultime ore. Alcuni, affezionati sia al paese d’origine, che a quello che li ospita, dichiarano che sarebbero felici di assistere a un pareggio.
Per Paul Codrea, centrocampista del Siena, “la politica non c’entra niente, si tratta di calcio”. “Io – aggiunge – in Italia non ho problemi con nessuno”. D’accordo con il compagno è Cristian Chivu, per il quale quella di venerdì “è soltanto una partita” e un’eventuale vittoria romena “sarebbe soltanto una soddisfazione perché significherebbe che andiamo avanti agli Europei”. Secondo il difensore dell’Inter non è giusto "mischiare il calcio alla politica. È bello vedere che grazie a questo sport la gente di due paesi si possa abbracciare – osserva -, cosa che abbiamo visto tra rumeni e francesi”. E si chiede: “Perché non può capitare anche con gli italiani? Quando c’è di mezzo il calcio, al di là delle bandiere, siamo tutti uguali”.
È ciò che credono e si augurano tutti i veri tifosi. “Quanto al dopopartita – dice Mihai Muntean – non ci sono particolari timori legati al clima di intolleranza degli ultimi tempi. Spero che ci sia da parte di entrambe le tifoserie la saggezza di prendere una sconfitta sportivamente”. Stesse speranze ha Terteleac: “Sul campo di calcio non ci sono nemici”.
Antonia Ilinova