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Italia-Tunisia: Berlusconi ottimista, ma l’accordo non c’è

Nessun impegno definitivo dopo il vertice di oggi. Il Pd: “Cooperazione, no a tendopoli, protezione temporanea”

Roma – 4 aprile 2011 – Silvio Berlusconi e Roberto Maroni tornano dalla Tunisia ottimisti, ma senza un accordo firmato. Di fatto, manca ancora l’impegno delle autorità di Tunisi a fermare i barconi e a riaccettare i concittadini espulsi dall’Italia in cambio di aiuti economici e operativi.

Dopo il colloquio con il premier Be’ji Caid  Essebsi, Berlusconi ha detto che sui rimpatri "c’e’ la disponibilita’ da parte del governo di Tunisi di esaminare la questione e la nostra volonta’ di farlo in modo assolutamente civile". Il premier italiano ha definito "comprensibile" l’esodo dei giovani nord africani, che "cercano un miglioramento delle  condizioni di vita" ed ha ricordato i rapporti "sempre di grande  amicizia" tra Italia e Tunisia.

Come però ha sottolineato anche l’agenzia ufficiale tunisina Tap, ”nessun accordo tra Tunisi e Roma sul dossier dell’immigrazione clandestina e’ stato annunciato al termine dell’incontro”. Secondo l’emittente privata ‘Hannibal’, tecnici dei ministeri degli Interni di Roma e Tunisi si incontreranno però tra oggi e domani per definire un  testo, e non e’ escluso che Maroni possa ritornare in  Tunisia gia’ domani per sottoscriverlo.

L’accordo rischia di essere pericolosamente impopolare per il nuovo e instabile governo tunisino. Mentre era in corso il vertice tra Berlusconi ed Essebsi, alcune decine di attivisti politici hanno manifestato davanti all’ambasciata italiana di Tunisi, chiedendo di "non espellere i clandestini" e di avere "un atteggiamento equo nei riguardi degli immigrati".

Uno degli organizzatori della protesta ha puntato il dito contro “il  trattamento riservato ai tunisini nei centri di detenzione temporanea per clandestini in Italia. Non a caso un immigrato tunisino si e’ dato fuoco nel centro di Manduria. Chiediamo al nostro governo  di firmare nuovi accordi nei quali imporre ai partner europei di  rispettare i loro impegni". 

In Italia, il Partito Democratico propone al governo tre mosse per uscire dall’emergenza. Innanzitutto, dice Livia Turco, serve “un accordo con la Tunisia che deve basarsi sulla cooperazione allo sviluppo, l’ingresso regolare per il lavoro e la riammissione dei clandestini. Ci rendiamo conto che un governo che ha tagliato i fondi per il co-sviluppo si trovi in difficoltà, ma tale misura è indispensabile”.

Quanto all’accoglienza, il Pd dice no alle tendopoli “soluzione disumana ed insicura”, mentre servono “strutture gestite dagli enti locali e dal volontariato diffuse sul tutto il territorio nazionale”. Infine, andrebbe riconosciuta ai tunisini la protezione temporanea, “ unico modo – conclude Turco – per coinvolgere gli altri Stati europei in una concreta collaborazione con l’Italia. E’ inutile chiedere la collaborazione della Ue senza questa iniziativa, lo sanno bene anche Berlusconi, Maroni, Frattini e Bossi”.

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