Roma – 3 dicembre 2013 – La maggioranza degli italiani considera gli immigrati una risorsa, economica e culturale. E, con buona pace di chi si inventa campagne elettorali xenofobe giocate sul binomio immigrazione-insicurezza, li giudica pericolosi al pari degli italiani.
Lo rivela l’indagine LaST (Community Media Research – Questlab) pubblicata ieri su La Stampa. Grazie a un confronto con un’indagine analoga condotta nel 2007 da Demos, testimonia anche che l’apertura verso gli immigrati è cresciuta negli ultimi anni.
Quasi tre interpellati su quattro, il 72,7%, sono molto o moltissimo d’accordo sul fatto che gli immigrati favoriscono la nostra apertura culturale, mentre sei anni fa il dato si fermava al 46,4%. Diminuiscono, al contrario quanti vedono nell’immigrazione un pericolo per la nostra cultura e per le nostre tradizioni: nel 2013 sono il 20,1% degli intervistati, contro il 34,5 del 2007.
Gli immigrati, altra domanda chiave, sono una risorsa per la nostra economia? Molto o moltissimo d’accordo il 72,5% degli intervistati quest’anno, contro il 41,5% del 2007. E se rimane consistente la quota di quanti li considerano una minaccia per l’occupazione, il 21,2%, è comunque ridotta rispetto a quella registrata con la precedente ricerca, che era di 34,3%.
Altre sorprese positive quando ci si concentra sul problema sicurezza. Nell’indagine Demos il 43,2% degli intervistati considerava gli stranieri una minaccia per la sicurezza delle persone, chi oggi ha risposto così a LaST è solo il 19,6%. E con l’affermazione che gli immigrati possono essere una minaccia per l’ordine pubblico tanto quanto gli italiani,che non era presente nel questionario del 2007, si dicono molto o moltissimo d’accordo ben l’82,4% degli intervistati.
“Nell’arco di poco più di un lustro muta l’atteggiamento e la valutazione nei confronti dei migranti spostandosi su un terreno decisamente positivo” scrive su La Stampa il prof Daniele Marini dell’Università di Padova.“Se aumenta in modo sensibile un orientamento positivo, nello stesso tempo – nota però il ricercatore – le resistenze tendono a calare con maggiore fatica. Quasi a segnalare che per una parte non marginale della popolazione i processi di integrazione faticano a prendere piede”.