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Jerry Masslo, l’uomo che scoprì il razzismo in Italia

Ventidue anni fa l’assassinio del profugo sudafricano nelle campagne di Villa Literno. Fuggiva dall’apartheid, cercava uno “spazio di vita”, trovò sfruttamento e violenza

Roma – 25 agosto 2011 – “Pensavo di trovare in Italia uno spazio di vita, una ventata di civiltà, un’accoglienza che mi permettesse di vivere in pace e di coltivare il sogno di un domani senza barriere né pregiudizi. Invece sono deluso”.

“Avere la pelle nera in questo paese è un limite alla convivenza civile. Il razzismo è anche qui: è fatto di prepotenze, di soprusi, di violenze quotidiane con chi non chiede altro che solidarietà e rispetto. Noi del terzo mondo stiamo contribuendo allo sviluppo del vostro paese, ma sembra che ciò non abbia alcun peso. Prima o poi qualcuno di noi verrà ammazzato ed allora ci si accorgerà che esistiamo”.

Diceva così  Jerry Essan Masslo, profugo sudafricano che nell’estate del  1989 raccoglieva pomodori a Villa Literno, nel Casertano. Fu tristemente profetico:  il 25 agosto venne assassinato da una banda di rapinatori che volevano strappare a lui e ai suoi compagni le poche lire guadagnate spezzandosi la schiena come schiavi nei campi.

Masslo era arrivato a Roma nel 1988 per scappare all’apartheid, ma non era riuscito ad ottenere asilo politico, perché al tempo l’Italia riservava lo status di  rifugiato a chi fuggiva dai regimi comunisti dell’Est Europa. Aveva provato invano a trasferirsi il Canada, ma intanto viveva in una comunità d’accoglienza di Roma e d’estate, per sbarcare il lunario, faceva il bracciante in Campania come altri africani.

Le condizioni erano durissime. Quindici ore di lavoro al giorno, pagamenti a cottimo, meno di mille lire per ogni cassetta di pomodori riempita, sistemazioni di fortuna in casolari di campagna diroccati. A questo si aggiungevano i contrasti con la popolazione locale, intimidazioni, cacce allo straniero e pestaggi, che culminarono nell’assassinio del giovane.

La morte di Masslo viene considerato una pietra miliare per la nascita del movimento antirazzista nel nostro Paese. Attirò a Villa Literno giornali e televisioni, accese l’attenzione e le coscienze degli italiani su un fenomeno fino ad allora taciuto, ai funerali parteciparono migliaia di persone e le alte cariche dello Stato.

Un mese dopo, nella cittadina campana, i braccianti scesero in strada per protestare contro i caporali e a Roma  ci fu una grande manifestazione contro il razzismo e per i diritti degli immigrati. All’inizio del 2009 arrivò la legge Martelli, che tra le altre cose ridefiniva la procedura d’asilo tutelando anche chi non arrivava dai paesi del patto di Varsavia.

Jerry Masslo riposa nel cimitero di Villa Literno, dove oggi associazioni e sindacati hanno organizzato una cerimonia di commemorazione. Fiori e parole per un martire dello sfruttamento, l’uomo che sognava in Italia “uno spazio di vita”.

Elvio Pasca

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