Menu

Il portale dell'immigrazione e degli immigrati in Italia

in

Jerry Masslo, primo martire immigrato

Ucciso 20 anni fa mentre raccoglieva in nero pomodori. La sua morte diede il via al movimento antirazzista Roma – 25 agosto 2009 – Era un’ Italia che non sapeva di essere ormai terra d’immigrazione quella che venti anni fa ascoltò la notizia della morte di Jerry Essan Masslo.

Sudafricano in fuga dal regime dell’apartheid, che aveva già ucciso suo padre e sua figlia, Masslo era senza documenti, perché a quel tempo l’ Italia riconosceva lo status di rifugiato solo a chi scappava dai regimi comunisti. Per vivere, era finito a raccogliere pomodori a Villa Literno, in provincia di Caserta.

Un lavoro massacrante, allora come oggi, pagato a cottimo mille lire per ogni cassetta di pomodoro riempita, con gli immigrati a dormire nei casolari abbandonati in condizioni igieniche disumane. Sopportando le angherie e la violenza di caporali e datori di lavoro. Cercando di sfuggire a rapine e pestaggi razzisti.

La notte tra il 24 e il 25 agosto 1989, Jerry e alcuni compagni erano intorno al fuoco, nel loro accampamento di fortuna. Arrivò una banda di balordi, che sotto il tiro delle armi voleva strappare loro le poche lire guadagnate raccogliendo pomodori. Jerry Masslo si ribellò, oppose resistenza e fu ucciso.

La sua morte segnò l’inizio di un movimento contro il razzismo e per i diritti degli immigrati che sfociò, nell’ottobre successivo, in una grande manifestazione a Roma. Di lì a pochi mesi arrivò la legge Martelli, con le prime norme sugli stranieri, una sanatoria e nuove regole per i rifugiati, che avrebbero dato un permesso di soggiorno a tanti altri africani come Jerry.

Elvio Pasca

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]
Exit mobile version