Immigrato per migliorare la vita della famiglia, lavora in una ditta di trasporti, ma non abbandona la sua passione: le caricature
Gli artisti, si sa, hanno vita dura nell’epoca del web. Un esercito di scrittori, poeti, musicisti, pittori è costretto a ridurre talento e passione in semplice hobby. E se l’artista è un vignettista, le cose si complicano: perché questo è davvero un mestiere riservato a pochi eletti. "La caricatura per me è più di un passatempo – assicura Jon -, le dedico tutte le mie serate. La sua bellezza risiede nel connubio tra semplicità e profondità che la caratterizza".
Il 20 ottobre Jon Kozhokaru parteciperà a una mostra internazionale a Suceava, in Romania. Ha già pubblicato una raccolta delle sue opere e ora ne sta preparando un’altra, che sarà autofinanziata. "Il mio nuovo libro è già pronto per la stampa e sarà pubblicato in Italia entro l’anno – spiega. Probabilmente si intitolerà ‘Anche noi proveniamo da Roma’, con riferimento alle mie origini romene. I temi saranno vari, come varia è la vita, ma devo dire che mi riescono meglio le caricature che parlano degli aspetti drammatici della nostra era: un esempio è l’ecologia".
La passione di Jon ha radici lontane. Ha iniziato a scarabocchiare e mettere nero su bianco le sue idee sin da piccolo, ispirato dal mestiere del padre che si occupava di pubblicità e di cinema. Negli anni ’80 ha cominciato a pubblicare le sue caricature nei giornali ucraini, tra cui anche ‘Concordia’, il periodico del Parlamento, nato a metà degli anni ‘90.
Appena arrivato in Italia, ha lavorato nei campi, a Ragusa. Oggi vive a Milano e fa il facchino in una ditta di traslochi.
Il sogno di Jon e di tornare dalla sua famiglia in Ucraina. "Sono un pò contro l’idea di lasciare la propria terra per un’altra – dice -, ogni persona, se vuole, può andare in giro per il mondo per motivi economici o altri, ma poi dovrebbe tornare a casa per dare un apporto al proprio paese se questo ne ha bisogno, come credo nel mio caso".
Jon non scalpita infatti per portare la sua famiglia in Italia. "È troppo difficile – dice -, e poi i miei figli studiano, la loro formazione ora è più importante e mia moglie deve seguirli, in attesa che io la raggiunga. Uno frequenta la scuola superiore, l’altro fa architettura all’università e mi dice sempre: ‘papà, io faccio disegni seri, non come te’".
Antonia Ilinova