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Kyenge alla Lega: “L’identità non si difende chiudendosi, ma integrando culture differenti”

La ministra su La Padania: "Non aver paura del nuovo che arriva". "Cittadinanza alle seconde generazioni, sentirsi esclusi e diversi è una sofferenza"

Roma – 11 luglio 2013 – "La cultura non si difende chiudendola in una torre d'avorio, ma accogliendo, selezionando, integrando ingredienti differenti".

Risponde così oggi Cècile Kyenge a La Padania. Il giornale della Lega Nord le chiede se "sostenere delle politiche filoimmigrazioniste non significa assecondare un progetto globalizzante che conduce alla dissoluzioone delle identità".

"Se i nostri antenati – nota la ministra dell'Integrazione – non si fossero mai spostati dalle loro terre scambiandosi saperi e culture, probabilmente non saremmo quielli che siamo adesso. Questo non significa che non bisogna proteggere tradizioni che rischiano di perdersi. È giusto tutelare le culture locali e i saperi antichi, ma senza aver paura del nuovo che arriva".

Tra le altre cose, Kyenge torna anche sul tema della riforma della cittadinanza per le seconde generazioni, smontando la tesi che la legge va bene così, perchè comunque possono diventare italiane a 18 anni. "Chi nasce in Italia – dice – deve avere la possibilità di intraprendere un percorso scolastico senza sentirsi diverso".

"Le istituzioni – sottolinea la ministra – hanno il compito, sulla scia dell'articolo 3 della Costituzione, di rimuovere gli ostacoli che impediscono il sereno sviluppo della persona umana. Con uno status diverso dagli altri ragazzi, tutto diventa più difficile".

"Nella vita di un giovane – conclude – sentirsi esclusi è causa di sofferenza".

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