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Kyenge come un orango. A processo per razzismo un altro leghista

Sulla pagina facebook di Fabio Ranieri apparve un fotomontaggio e la domanda: “Indovina chi è?”, ora è accusato di diffamazione aggravata. L’ex ministra parte civile

Roma – 18 luglio 2014 – Non solo Roberto Calderoli, ora anche il suo collega di partito Fabio Ranieri, segretario della Lega Nord in Emilia-Romagna, dovrà difendersi davanti ai giudici dall’accusa essere stato razzista contro Cècile Kyenge, proponendo il trito paragone con una scimmia.

I fatti risalgono allo scorso ottobre, quando per alcune ore, sulla pagina di Ranieri su Facebook, apparve un fotomontaggio dove l’allora ministra dell’Integrazione aveva il viso di un orango. Ad accompagnarlo, una domanda: “indovina chi è?”

Si scatenò subito un putiferio e Ranieri si esibì in ardite capriole. Prima disse che la donna ritratta non era Kyenge (però indossava un suo vestito e sedeva sui banchi del governo) e minacciò di querelare chi sosteneva il contrario. Poi che la foto l’aveva pubblicata un suo collaboratore e lui l’aveva fatta rimuovere “perché non mi piacciono queste cose”.

Non deve essere stato molto convincente se la Procura di Roma ha aperto d’ufficio un’indagine e ieri Ranieri è stato rinviato a giudizio per diffamazione aggravata dalla discriminazione razziale. Il processo inizierà il prossimo 11 novembre.

Kyenge, che non lo aveva querelato, ha deciso di costituirsi parte civile perché, ha spiegato il suo avvocato  Gian Andrea Ronchi, Ranieri ha offeso “tutte le persone per qualche motivo diverse e quindi da qualcuno considerate inferiori”. Il legale ha citato poi il caso di una militante del Front National, condannata pochi giorni fa in Francia “per motivi analoghi” a nove mesi di reclusione senza condizionale.

EP
 

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