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Kyenge: “Non mi fermeranno, il razzismo uccide la democrazia”

La ministra alla presentazione del libro "I giorni della vergogna". "Chi insulta me, insulta l' Italia. Il Paese sta prendendo coscienza"

Roma – 15 gennaio 2014 – "Il Paese deve essere in grado di reagire al razzismo, deve saper dare delle risposte". Lo ha detto ieri la ministra per l'Integrazione Cécile Kyenge, intervenendo a Roma alla presentazione del libro "I giorni della vergogna. Gli insulti a Cècile Kyenge e all'Italia" pubblicato da Stranieri in Italia (qui potete scaricarlo gratuitamente).

"Un libro importante -ha sottolineato – perchè denota una presa di coscienza di buona parte della cittadinanza. Le persone cominciano a capire cosa significa il razzismo. Molti atti che alcuni anni fa venivano intesi come momenti di 'debolezza', oggi sono riconosciuti come atti di razzismo e di discriminazione. Chiamare le cose con il loro nome è un primo passo".

"Gli insulti alla ministra sono insulti all'Italia, non sono indirizzati a una persona ma a tutta la comunità, dobbiamo essere tutti estranei a questo messaggio di odio. Con la carta di Roma vogliamo ricordare a tutti i Paesi dell'Ue che la lotta al razzismo, l'uguaglianza, la fratellanza sono valori fondanti dell'Europa, ribaditi anche dalla nostra Costituzione, che però non viene sempre applicata. Servirebbe più educazione civica"

"I leader, quanti siedono nelle istituzioni,  devono educare la popolazione. Rappresentano, come me, anche chi non li ha votati. E se si rifiutano di sedere a un tavolo per discutere [un riferimento alle contestazioni di Brescia alle quali hanno preso parte esponenti leghisti ndr] uccidono la democrazia. La politica dovrebbe alzarsi tutta per condannare questi atteggiamenti, un razzismo strisciante che prima o poi uccide la democrazia".

"Gli attacchi continuano – ha concluso la ministra – ma non mi fermeranno. Non riusciranno a bloccare un progetto di vita, non riusciranno a fermare le idee".

EP

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