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Kyenge, una scossa che costringe a vedere la nuova Italia

Non basta condannare il razzismo, bisogna punire i colpevoli e formare i giovani. Il Paese sarà salvato da tutti gli italiani, anche da quelli di origine straniera

Roma – 5 luglio 2013 – Gli attacchi razzisti e il linguaggio violento contro la Ministra dell’Integrazione Cécile Kyenge sono segnali che una parte dell’Italia non ha ancora capito che il Paese è cambiato.

Da quando Kyenge è stata nominata ministra, è scoppiato un dibattito, spesso con i toni sgarbati, che sicuramente aiuterà il Paese a rendersi conto che il concetto della cittadinanza oggi non è quello di trenta anni fa. Piano piano il Paese scopre che si può essere Italo-Congolese, Italo-Cinese, Italo-Albanese, ecc.

La nomina di Kyenge ha fatto uscire allo scoperto i razzisti, quelli che dicono “io non sono razzista” e poi vomitano frasi altamente razziste. Anche questo era da aspettare. Infatti il razzismo che cercava di nascondersi ha avuto lo sfogo con la nomina di Kyenge come ministra. Gli attacchi razzisti contro la ministra dimostrano che mentre l’Italia non è un Paese razzista, è pieno di razzisti anche a livelli molto alti.

E questo richiede un intervento forte. Non bastano le solidarietà che tanti politici e la società civile esprimono alle vittime di attacchi razzisti.

Bisogna andare oltre le parole, ed adottare presto le misure veramente efficaci per combattere il razzismo ed ogni forma di discriminazione e il linguaggio violento. La punizione contro chi copre un ruolo istituzionale ma vomita frasi razzisti deve essere tempestiva ed esemplare.

Non basta condannare le loro frasi razziste. Non bisogna dimenticare che ci sono politici che fanno carriera con le frasi razziste e il linguaggio violento contro gli Italiani di origine straniera.

E siccome la punizione non basta per estirpare questa malattia infettiva e molto pericolosa, bisogna investire nella cultura ed aiutare i ragazzi, a partire dalla scuola, a capire che il razzismo e tutte le altre forme di discriminazione non sono accettabili oltre ad essere reati. Bisogna educare al rispetto per l’altro, qualunque sia il colore della sua pelle, razza, sesso, religione, ecc. I ragazzi devono crescere rispettando e difendendo i diritti di tutti. La stessa campagna educativa deve essere indirizzata anche ai genitori.

È importante far capire a tutti che il concetto della cittadinanza è cambiato e che non ci sono cittadini di serie A e B.

La nomina di Kyenge apre un nuovo capitolo nella trasformazione della classe dirigente del Paese. È la conferma che qualsiasi cittadino Italiano – autoctono o Italiano di origine straniera, può coprire qualsiasi ruolo di leadership se è competente.

L’Italia oggi ha bisogno di persone giuste nei posti giusti, in un'altra parola, meritocrazia. Ogni cittadino Italiano deve avere la possibilità di dare il proprio contributo al Paese secondo le sue qualifiche e capacità.

L’Italia deve diventare un Paese di meritocrazia se vuole uscire da questa crisi profonda. Sappiamo cosa succede se affidiamo un pullman pieno di passeggeri alla persona che non sa guidare. Purtroppo questo è quello che succede in tantissime istituzioni ed aziende pubbliche e private.

Quante persone non qualificate ricoprono ruoli strategici senza saper fare niente semplicemente perché hanno legami con certe persone? La crisi che colpisce il Paese oggi dipende anche da questo fatto. Mentre le persone qualificate e con le idee che possono aiutare il Paese sono spesso escluse, quelle che non sanno fare niente sono sedute negli uffici strategici a dormire e sprecare le risorse.

Questo Paese si salva solo con le persone giuste nei posti giusti. Puntiamo sulle competenze e non sulle amicizie ed agganci politici e altro.

Kyenge non è stata nominata Ministra dell’Integrazione per avere un ministro nero. È stata nominata perché ha la capacità di gestire quel ministero.  Quelli che criticano Kyenge non la conoscevano prima della sua nomina.

Lei sa che cosa vuol dire essere un immigrato in Italia, in Europa e nel mondo oggi. Conosce tutti i problemi che gli immigrati vivono ogni giorno. Kyenge è sempre stata in prima fila nella lotta per i diritti umani, nella lotta contro razzismo ed ogni forma di discriminazione.

È una degli ideatori del Primo Marzo senza gli immigrati – il giorno che chiede al Paese di fermarsi e riflettere sull’importante contributo degli immigrati alla società Italiana.

Kyenge ha bisogno di critiche costruttive per il suo lavoro. Chi vuole criticarla deve criticare il suo lavoro, non il suo essere Italo-Congolese o Italiana nera.

Mentre i paesi come gli Stati Uniti vanno all’estero a cercare i cervelli migliori, l’Italia che è già piena di questi cervelli fatica ancora a riconoscerli e ad usarli. Quante persone altamente qualificate non possono fare certi lavori semplicemente perché sono straniere? Le regole che impediscono l’uso di questi cervelli sono da abrogare.

Sogno un’Italia dove avere tanti ministri Italiani di origine straniera non fa né notizia né scandalo, dove Parlamento, consigli comunali, regionali, provinciali, ecc., sono pieni di Italiani di origine straniera, dove ai vertici delle aziende pubbliche e private ci sono tantissimi Italiani di origine straniera che lavorano insieme agli autoctoni.

Dobbiamo fare ottimo uso delle risorse umane che abbiamo senza escludere le persone sulla base del colore della loro pelle, sesso, religione, Paese di origine dei loro genitori, ecc.

L’Italia sarà salvata da tutti gli Italiani, autoctoni ed Italiani di origine straniera. Siamo tutti Italiani, con o senza il passaporto Italiano. Siamo nella stessa barca, se affonda, affondiamo tutti.

di Stephen Ogongo Ongong’a

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