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L’arcivescovo di Berlino: “Accoglienza non c’entra col terrorismo”

“Dobbiamo essere ponti. Mediare tra diverse lingue, tradizioni, religioni, visioni del mondo”

 

Roma – 23 dicembre 2016 – “Assurdo e gratuito” contestare le politiche di accoglienza dei profughi dopo la strage di Berlino. Bisogna invece costruire ponti e restare uniti. 

L’arcivescovo di Berlino Heiner Koch, intervistato oggi da Avvenire, sottolinea come  “specialmente ora, dopo questo terribile attentato, non possiamo permetterci di essere divisi, di scagliarci gli uni contro gli altri, di accusarci a vicenda. Dobbiamo – e dovremo – vivere insieme a Berlino. Tutti, islamici, ebrei, cristiani, atei, stranieri, tedeschi, rifugiati, berlinesi”. 

“L’attacco ha colpito tutti, non solo un gruppo di persone. Degli innocenti sono morti e tutti, ora, hanno paura. Ci troviamo di fronte a un caso emblematico in cui la religione viene manipolata per giustificare la violenza. Questa, però, non c’entra. Viene usata come movente, ma non lo è. Nessuna fede, vissuta in modo autentico, spinge ad atti di terrorismo”.

 “Nel 2017 – aggiunge Koch – in Germania ricorderemo l’epoca della Riforma e della Controriforma, quando protestanti e cattolici si fecero guerra nel nome della fede. Anche se è un fatto del passato, non possiamo certo dimenticarlo e puntare il dito sulle altre religioni”. 

Tanti ora chiedono una stretta sull’immigrazione. “Chi lo fa – afferma l’arcivescovo di Berlino – manca di rispetto alle vittime. Quanto è accaduto non ha niente a che fare con la politica di accoglienza nei confronti dei rifugiati. Le critiche alla cancelliere a tale proposito sono assurde e gratuite”.

 “Sono profondamente convinto – afferma l’arcivescovo di Berlino all’approssimarsi del Natale – che Gesù si sia fatto uomo per tutti, non solo per i cristiani. Questo mi porta ad offrire aiuto a ciascun essere umano in cui mi imbatto. Soprattutto a chi è emarginato, tagliato fuori, ignorato. Come cristiani, dobbiamo essere ponti. Mediare tra diverse lingue, tradizioni, religioni, visioni del mondo”.

 

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