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La Camera discute la riforma della cittadinanza

Proposta bipartisan per ius soli e dimezzamento dei tempi. La Lega: “Siamo contrari”

Roma – 10 settembre 2009 – La commissione affari costituzionali della Camera torna a riunirsi oggi dopo la pausa estiva per discutere uno dei temi più caldi per gli stranieri in Italia: la riforma della legge sulla cittadinanza.

Le proposte di legge al vaglio dei deputati sono una decina, ma l’attenzione si concentra su quella bipartisan presentata alla fine di luglio da Andrea Sarubbi (Pd) e Fabio Granata (Pdl).

Il testo spinge sullo ius soli, per far diventare italiani i figli degli immigrati,  e dimezza da dieci a cinque gli anni di residenza per ottenere la cittadinanza in presenza di precisi requisiti come la stabilità economica e il superamento di un test di lingua e cultura italiana. Osteggiata dalla Lega, la proposta potrebbe raccogliere adesioni significative, con i voti  di  parte del Pdl, del Pd, dell’Italia dei valori  e dell’Udc.

I bambini nati in Italia diventerebbero italiani se i genitori sono qui regolarmente da almeno cinque anni: "e’ giusto -dice Granata- che questi bambini possano compiere un percorso di studio e  formazione da italiani per sentirsi pienamente italiani. La  generazione Balottelli ci insegna sicuramente qualcosa".

Quanto poi al passaggio da dieci a cinque anni di residenza, Granata non eslcude una mediazione che magari porti l’asticella a sette anni.  "Non ne facciamo certo -spiega – una guerra di religione. Una  possibilità di mediazione esiste a patto che si faccia una buona  legge. Ma e’ sullo ius soli che invitiamo la Lega a riflettere,  proprio per andare verso un’integrazione moderna e di qualità".    

La Lega però non sembra disposta a discuterne. "La nostra posizione è chiara, sempre la stessa e corrisponde a quello che ci chiede la gente che ha votato per noi e per questo governo" dice il capogruppo del Carroccio a Montecitorio Roberto Cota.

"Siamo contrari -spiega Cota- all’introduzione dello ius soli perché non si può dare la cittadinanza a chi nasce per caso sul nostro territorio e perchè così attireremmo milioni di immigrati che non possiamo gestire. Siamo contrari alla cittadinanza facile perché il termine attuale di dieci anni è più che ragionevole. La sinistra invece ha il progetto di sostituire il consenso che non ha più pescando in un nuovo bacino di voti".

EP

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