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La Cei: “Pericolosa l’equazione tra romeni e delinquenti”

Il responsabile immigrazione della Cei: “Forte responsabilità di istituzioni e mass-media”

Roma – 16 febbraio 2009  – "Dobbiamo stare attenti a non  veicolare degli stereotipi pericolosi. In questo caso romeni uguale delinquenti. Non è così. Occorre dare, invece, messaggi costruttivi,   che non aumentino le paure e l’allarmismo diffuso che e’ facilissimo cogliere in alcune zone. Bisogna trovare vie intelligenti per    governare il fenomeno dell’immigrazione".

Così, in un’intervista a ‘Il Messaggero’, padre Gianromano Gnesotto, direttore    dell’Ufficio immigrazione della Cei.

"Le reazioni immediate – aggiunge Gnesotto – a certi fatti  orrendi sono comprensibili, ma una convivenza civile deve nutrirsi di punti fermi, valori che ci fanno dire con orgoglio che la nostra cultura e’ inclusiva, solidale. Da questo punto di vista trovo che sia una forte responsabilità delle istituzioni, così come da parte dei mass media. Tenendo ben presente che le prese di posizione da chi ha ruoli di responsabilità, contribuiscono a formare una coscienza presso la gente".

“Occorre – conclude il direttore dell’Ufficio immigrazione    della Cei – creare un equilibrio tra quei valori che sono patrimonio    delle nostre tradizioni, e le norme del vivere civile. Le leggi    valgono per tutti e vanno applicati a tutti, ‘Erga Omnes’. Posso dire che la stragrande maggioranza degli immigrati, per quanto è in loro potere, rispettano le regole, poichè sanno che ne va della loro serenità e stabilità nel paese di accoglienza".

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