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La Cgil al governo: “Ripensare i flussi e regolarizzare chi lavora”

Il sindacato chiede “discontinuità” col passato. Propone poi di aumentare la durata del permesso per attesa occupazione e consentire ai profughi tunisini e libici di lavorare

Roma,1 dicembre 2011 – “L’immigrazione è una risorsa importante per il nostro Paese e le politiche per l’immigrazione hanno bisogno di una seria discontinuità con il passato”.

È quanto dichiarano Vera Lamonica, segretaria confederale Cgil, e Pietro Soldini, responsabile dell’ufficio immigrazione di corso d’Italia, che chiedono l’apertura di “un tavolo di confronto sul merito fra Governo e parti sociali per non improvvisare e partire con il piede giusto”.

Secondo i sindacalisti, ci sono quattro questioni da approfondire subito. Innanzitutto, scrivono, “i flussi così come sono stati gestiti rappresentano un fallimento”. Quindi “bisogna ripensare lo strumento in modo che sia più efficace, rapido e funzionale al mercato del lavoro in un’ottica di programmazione triennale”.

La Cgil conferma che, per effetto della crisi, gli immigrati hanno perso il lavoro più degli italiani. “9% è la disoccupazione media, mentre per gli stranieri supera il 12%” Per evitare che questi lavoratori scivolino nella clandestinità serve “un provvedimento che aumenta la durata del permesso di soggiorno di attesa occupazione dagli attuali ed insufficienti 6 mesi almeno fino alla durata degli ammortizzatori sociali”.

Il sindacato ritiene che si debba anche “affrontare il tema della regolarizzazione degli immigrati irregolari che sono super sfruttati nel lavoro nero”.”Un provvedimento di questo genere – fa notare la Cgil – oltre a legalizzare lavoro sommerso, farebbe bene al mercato del lavoro riducendo il dumping alla crescita (1 punto di Pil nel triennio) e porterebbe risorse (dai 3 ai 6 miliardi) nelle casse dello Stato”.

Altra questione aperta è quella dei profughi nordafricani. “Occorre con urgenza un intervento per trasformare la confusione dei centri in un vero sistema di accoglienza e dare risposte di stabilità e sicurezza agli immigrati Tunisini e Libici con un permesso umanitario convertibile in permesso di lavoro”.
“Con questo respiro – concludono Lamonica e Soldini – va affrontata la scadenza del Decreto Flussi, altrimenti sia il blocco, che la reiterazione non faranno altro che aumentare contraddizioni, confusione, tensioni ed irregolarità”.

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