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La Danimarca inasprisce la legge sull’immigrazione

Espulsioni più facili, più difficile avere la cittadinanza COPENAGHEN, 24 settembre 2008 – Per gli stranieri la vita sarà sempre più difficile in Danimarca.

Un accordo raggiunto fra il governo di centro destra e il Partito del popolo danese, che lo sostiene dall’esterno, porta ad esempio a rendere più difficili il diritto ai sussidi, alla cittadinanza e il diritto agli studi, mentre sarà assai più facile l’espulsione dei cittadini stranieri.

Le leggi danesi sull’immigrazione erano già fra le più rigorose del mondo, ma il Partito del Popolo Danese ha ottenuto restrizioni ancora maggiori in seguito ad una serie di sentenze della Corte Europea che mostravano l’impossibilità di applicare in pieno le regole sulla ricongiunzione familiare vigenti in Danimarca.

Contrario all’Unione Europea questo partito aveva minacciato di non votare a favore del governo se non avesse trovato una soluzione che impedisse un’apertura verso gli stranieri. Con l’accordo raggiunto sarà ora disponibile ad accettare le regole comunitarie, ma con molte contropartite. Per acquisire la cittadinanza si dovrà sostenere una prova più dura di quella precedente, dovendo superare 32 e non più 28 quiz in 45 minuti invece che in 60 minuti, e il voto per la promozione sarà il 4 e non più il 2. I candidati dovranno conoscere il danese quanto i ragazzi che fanno l’esame della nona classe della scuola dell’obbligo e non dovranno aver usufruito nell’ultimo anno dei sussidi economici destinati dallo Stato ai non abbienti.

L’espulsione dal paese degli stranieri potrà avvenire per reati meno gravi e gli studenti che vogliano compiere in Danimarca i propri studi devono dimostrare di essere attivi. In caso contrario dovranno abbandonare il Paese e le scuole con falsi studenti verranno chiuse. Infine, per ricevere i sussidi pubblici, i coniugi di coppie di immigrati dovranno entrambi aver lavorato per almeno 450 ore (e non più 300) negli ultimi due anni, il che varrà anche per le donne il cui marito disponga di un lavoro a tempo pieno.

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