Mozione in Parlamento dopo l’iniziativa dei sindaci sul territorio. Fedriga: “Ottimizzare le risorse per i nostri cittadini”
Roma – 10 maggio 2016 – La Lega Nord prova a lanciare l’ennesima guerra tra poveri, italiani contro stranieri. Facendo credere agli uni di poter avere i soldi oggi destinati all’accoglienza degli altri.
Tutto è nato con una campagna avviata da una sessantina di sindaci del Carroccio. Hanno chiesto ai loro concittadini di firmare un modulo, “in modo che io mi adoperi affinché lo Stato si faccia carico delle tue necessità e chiedere al governo italiano, anche per te, lo stesso trattamento economico di euro 35 giornalieri che viene riservato a tutte le persone richiedenti lo status di profugo e che ormai quotidianamente arrivano nelle nostre regioni grazie alle infelici operazioni Mare Nostrum, Frontex e ora Triton”.
Quella richiesta ora si è trasformata in due mozioni che la Lega Nord presenterà tra oggi e domani alla Camera e al Senato.
“Dall’inizio dell’anno solo 811 domande sono state accolte su 20 mila analizzate. Insomma tanti soldi vanno a chi è clandestino e viene in Europa per migliorare la sua situazione economica e non perché in fuga da situazioni di disagio o di guerra. C’è uno spostamento fraudolento di risorse e questo penalizza i cittadini italiani che da tanti anni soffrono la crisi e che hanno contribuito a creare la ricchezza del paese” ha spiegato stamattina in conferenza stampa il senatore leghista Giacomo Stucchi.
Il capogruppo a Montecitorio Massimiliano Fedriga ha citato dati della Commissione d’Inchiesta della Camera. “Gli arrivi via terra nel 2016 sono stati innanzitutto di migranti pachistani, afgani, marocchini, i siriani transitati sono stati 7. Via mare la prima nazionalità sono nigeriani, nelle prime dieci nazionalità non c’è un siriano. Stiamo parlando di migranti economici e non di rifugiati. Noi siamo portavoce dei sindaci che nella mozione chiedono di ottimizzare le risorse per i nostri cittadini. Io credo che questo buonismo nasconda dei portafogli belli pieni e ricordo il caso del Cara di Mineo o di quello di Bari”.