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La Lega: “Denunciare i clandestini negli ospedali”

Mozione in Friuli Venezia Giulia: impiegati delatori. Ma la legge lo proibisce

Roma – 13 aprile 2010 – Se a Milano si indaga sulla morte di una bimba che sarebbe stata curata in ritardo a causa di un permesso scaduto, in Friuli Venezia Giulia la Lega vuole denunciare i clandestini negli ospedali.

Con un tempismo che lascia di sasso, il capogruppo del Carroccio Danilo Narduzzi annuncia oggi una mozione ad hoc in consiglio regionale. I leghisti chiederanno alla giunta di prevedere che in ogni Pronto Soccorso ci siano degli impiegati pronti a segnalare alla polizia chi non ha il permesso di soggiorno.

"Se i medici non possono segnalare, non vedo perchè i clandestini debbano continuare a raggirare leggi di Stato, spadroneggiando sul territorio" dice Narduzzi. “Gli immigrati irregolari continueranno ad essere curati negli ospedali della nostra Regione, ma – spiega – il personale amministrativo a cui non verranno consegnati documenti d’identità e tessera sanitaria, dopo aver inviato il paziente dal medico, provvederà a segnalare la ‘mancanza’ alle autorità competenti".

I leghisti sperano così di recuperare almeno in Friuli la proposta sulle denunce negli ospedali già bocciata durante l’iter della legge sulla sicurezza. Strategia grossolana, dal momento che il testo unico sull’Immigrazione (articolo 35 comma 5) dice che “l’accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione”, senza fare distinzioni tra medici e personale amministrativo.

Narduzzi e i suoi vanno avanti lo stesso. Non riusciranno a cambiare la legge, ma chissà quanti clandestini, impauriti dai loro annunci e male informati, si terranno alla larga dagli ospedali.

Elvio Pasca

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