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La Lega: “Un tetto alla cassa integrazione degli immigrati”

Emendamento razzista in Finanziaria. "Prima gli italiani", alla faccia del Testo Unico e delle convenzioni internazionali Roma – 27 novembre 2009  – Immigrati in cassa integrazione al massimo per sei mesi.  Lo prevede un emendamento alla Finanziaria 2010 annunciato oggi dal leghista  Maurizio Fugatti, componente della commissione Bilancio della Camera.

La proposta, che di fatto discriminerebbe i lavoratori stranieri rispetto ai loro colleghi italiani, prevede che ”per i lavoratori residenti sul territorio  nazionale non cittadini italiani ovvero comunitari destinatari di  qualsiasi trattamento di sostegno al reddito, ai sensi della  legislazione vigente in materia di ammortizzatori sociali, la durata  del beneficio non può essere per l’anno 2010 superiore a sei mesi”.

"Le risorse sono quelle che sono e prima di tutto dobbiamo  guardare ai cittadini italiani. Quindi diamo la cassa integrazione  anche ai cittadini extracomunitari ma solo per sei mesi”, spiega  Fugatti. Che aggiunge: ”se non c’e’ lavoro per gli italiani non c’e’  per nessuno. Prima dobbiamo pensare agli italiani".

Secondo il deputato leghista, la crisi economica creerà "una  contrapposizione tra disoccupati italiani e disoccupati  extracomunitari e questo vuol dire che sulle strade, e in parte già accade in Padania, ci troveremo sia disoccupati italiani sia  disoccupati extracomunitari. Quindi noi diciamo di tutelare di più  gli italiani" ribadisce il leghista.       

Nella furia demagogica del “prima gli italiani”, diventerebbero così carta straccia le leggi nazionali e internazionali.  Se ritengono la Costituzione troppo impegnativa, Fugatti e i suoi potrebbero almeno rileggere l’articolo 2 del Testo Unico sull’Immigrazione: "La Repubblica italiana, in attuazione della convenzione dell’OIL n. 143 del 24 giugno 1975, ratificata con legge 10 aprile 1981, n. 158, garantisce a tutti i lavoratori stranieri regolarmente soggiornanti nel suo territorio e alle loro famiglie parità di trattamento e piena uguaglianza di diritti rispetto ai lavoratori italiani".

Elvio Pasca

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