Gibelli: "Serve un freno al proselitismo, si discuta il nostro testo". Ecco cosa prevede, dal referendum tra i residenti all’albo degli imam
Roma – 13 ottobre 2009 – Moschee = proselitismo = terrorismo. Un’equazione frequente secondo la Lega Nord, che all’indomani dell’attentato di Milano torna a chiedere un giro di vite sui luoghi di culto islamici.
”Il mio primo pensiero appena ho sentito dell’attentato è andato al dibattito che si è sviluppato intorno all’ipotesi di costruire una nuova moschea in città” spiega oggi su La Padania il deputato leghista Andrea Gibelli, che vede una “strategia a più ampio raggio” dietro quello che i primi riscontri investigativi descrivono come un’azione slegate dalle organizzazioni jihadiste internazionali.
“Milano è la città che sta discutendo se costruire io meno una nuova grande moschea, è la città di viale Jenner, è la città “modello “ del centrodestra di governo” dice Gibelli, che si augura adesso un’”ulteriore riflessione” sulla nuova moschea. “Bisogna mettere un freno al proselitismo – spiega il deputato – che spesso degenera nelle forme che conosciamo. E il più delle volte l’indottrinamento dei futuri martiri di allah avviene proprio nei centri islamici”.
La proposta di legge
Proprio Gibelli ha firmato insieme a Roberto Cota la proposta di legge "Disposizioni concernenti la realizzazione di nuovi edifici destinati all’esercizio dei culti ammessi”, che di fatto renderebbe molto più difficile l’apertura di nuove moschee: “Spero spossa essere calendarizzata al più presto. Nel nostro Paese esiste un vuoto normativo che deve essere colmato al più presto”.
La Gibelli-Cota è parcheggiata da oltre un anno in commissione affari costituzionali. Fa il paio con una mozione leghista, illustrata in aula alla Camera lo scorso maggio ma poi rinviata ad altra seduta, che chiede una moratoria alla costruzione di moschee fino a all’approvazione di nuove regole.
La proposta di legge prevede che la costruzione delle moschee sia autorizzata dalle Regioni, ma solo se i cittadini dell’area interessata danno l’ok con un referendum. Gli edifici devono avere dimensioni proporzionate al numero di fedeli, niente minareti con altoparlanti ed distare almeno un chilometro dalle chiese. Al loro interno non ci possono essere mercati o scuole.
Quanti promuovono la costruzione di una moschea dovrebbero inoltre dotarsi di uno statuto i cui requisiti verranno definiti dal governo, ma che comunque dovrà riconoscere alcuni principi come la democraticità e la laicità dello Stato, la dignità dell’uomo e della famiglia. Previsti anche un albo degli imam, che dovrebbero predicare in italiano, l’assenza di contributi statali e più trasparenza nei finanziamenti.
Proposta di legge: GIBELLI e COTA: "Disposizioni concernenti la realizzazione di nuovi edifici destinati all’esercizio dei culti ammessi" (1246)
Elvio Pasca