Il ministro della Difesa "smonta" la proposta leghista: "Basta il certificato penale"
Roma – 9 ottobre 2008 – "L’idea è affascinante, ma i punti non servono. Basta guardare il certificato penale per capire chi può restare in Italia e chi deve tornare al proprio Paese".
Così il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, boccia la proposta del Carroccio per un permesso di soggiorno a punti. Il vero "nodo", spiega in un’intervista al Corriere della Serra, "è la nostra capacità di espulsione dei clandestini".
"Non siamo riusciti a trovare il modo per espellere gli irregolari – ammette il ministro – perché spesso e volentieri non si riesce a capire dove mandarli". La Russa è quindi d’accordo col prolungamento da 30 giorni a 18 mesi del periodo massimo di permanenza dei clandestini nei Centri, previsto dal Dl sicurezza.
Il tema dell’immigrazione, aggiunge, è un "problema bicefalo", da un lato c’é l’aspetto repressivo e dall’altro la capacità di accoglienza per chi rispetta le regole.
Quanto alle critiche che arrivano dal Vaticano, il ministro della difesa commenta che "la Chiesa non è infallibile quando parla di immigrazione, anche se poi fa bene il suo mestiere, quello di accogliere derelitti da qualunque Paese provengano", mentre la politica "deve salvaguardare la legalità" ed "essere credibile sull’accoglienza di chi rispetta le regole".