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La truffa. 10mila euro per un permesso di soggiorno

Accade tra Reggio Emilia e Modena, con la complicità di due funzionari delle Poste. Scoperto un simile giro di racket anche a Teramo

Roma – 30 luglio 2009 – Della difficile situazione dei clandestini, disposti a tutto per regolarizzare la propria presenza in Italia e non essere espulsi oltre che macchiati di reato, si è approfittato un ben organizzato gruppo di italiani. Riuscivano a estorcere agli immigrati senza permesso dai 7mila ai 10mila euro. Per farlo avevano messo su una vera e propria stamperia a Carpi, in provincia di Modena, che sfornava documenti falsi. Questi – con la complicità di due dipendenti delle Poste -, venivano inviati alle Questure per formalizzare l’ingresso in Italia degli extracomunitari per motivi di lavoro.

A smantellare l’organizzazione, composta da sei persone residenti tra Reggio Emilia e Modena, è stato l’ufficio immigrazione della Questura di Campobasso. In carcere, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sono finiti in quattro. Mentre a due donne complici il Gip ha concesso i domiciliari.

I casi accertati solo dalla questura di Campobasso sono circa cinquanta, ma gli investigatori ritengono che la truffa coinvolge almeno trecento stranieri, anche in altre regioni. L’anello di raccordo con l’organizzazione erano, secondo gli inquirenti, i due funzionari delle Poste di Reggio Emilia e Montecchio Emilia. Uno riceveva la documentazione omettendo i necessari controlli per l’inoltro dei documenti; l’altro si rendeva disponibile a depositare e inviare le pratiche di soggiorno dirette a Campobasso.

Erano troppe, però, e tutte partite dallo stesso ufficio. Una situazione poco chiara che ha indotto a eseguire controlli approfonditi. Ora gli indagati sono una quarantina, tra cui alcuni del Molise, che avrebbero reso false dichiarazioni in qualità di datori di lavoro in cambio di una "ricompensa" di tremila euro. I clandestini invece, provenienti soprattutto dal Nord Africa, ne pagavano da sette a diecimila.

Proprio in questi giorni a Teramo è stato scoperto un giro racket ancora nell’ambito dell’immigrazione clandestina: 17 gli arresti. Secondo la Procura centinia di cittadini sono entrati illecitamente in Italia pagando circa 10mila euro a loro connazionali residenti in Italia. Tramite alcuni intermediari autoctoni i truffatori stranieri trovavano datori di lavoro disposti a presentare le richieste, soprattutto per lavoro stagionale agricolo. I beneficiari dei nulla osta, una volta giunti in Italia, non venivano assunti dalle ditte e spesso si allontanavano dal territorio nazionale recandosi in altri Paesi dell’area Schengen.

L’organizzazione criminale, secondo quanto accertato, era ramificata su due filoni principali, pakistano e bengalese, aveva intessuto una fitta e articolata rete di contatti e reciproca assistenza, per ottenere i nulla osta. I datori di lavoro compiacenti si impegnavano falsamente ad assumere i beneficiari dei nulla osta, dietro la regia di italiani professionisti del settore, che, a loro volta, curavano direttamente le pratiche amministrative, disponendo in concreto delle autorizzazioni rilasciate.

Antonia Ilinova

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