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La truffa. Duemila euro per sognare un permesso

Singh (Punjab Express): "Molti indiani raggirati con la promessa di una regolarizzazione"  Roma – 24 giugno 2009 – Con i flussi d’ingresso bloccati ormai da due anni e nessuna sanatoria in vista, gli immigrati irregolari sono più facilmente preda di  truffatori, spesso connazionali pronti a spillare migliaia di euro ai più ingenui e meno informati.

Succede in questi giorni a Roma, come denuncia Harbinder Singh, direttore del mensile per la comunità indiana Punjab Express:  “Stiamo ricevendo decine di segnalazioni da lettori convinti che da qualche settimana è possibile mettersi in regola. Gliel’hanno detto altri cittadini indiani, che li hanno avvicinati nei pressi dell’ambasciata e hanno proposto loro di sbrigare a pagamento tutte le pratiche. La tariffa sarebbe di quattromila euro” dice Singh.

È una truffa. Non ci sono regolarizzazioni in corso e chi non ha il permesso di soggiorno può solo sperare di non essere pizzicato dalla Polizia. Incassati i soldi, i truffatori fanno perdere le loro tracce e il permesso di soggiorno non arriva.

“Queste persone dicono che la regolarizzazione riguarda chi è arrivato in Europa con un visto negli ultimi cinque anni (condizione comune a  molti, entrati ad esempio con un visto breve per turismo, studio o lavoro stagionale e poi rimasti qui come clandestini), e che la domanda si presenta compilando moduli speciali rilasciati in numero limitato dalle Poste” spiega Singh.

In realtà questi furbi usano i comuni moduli per il rinnovo, distribuiti gratuitamente dalle Poste. Li compilano, li presentano negli uffici postali (che a quanto pare non sempre controllano cosa c’è nelle buste) e prendono la ricevuta, il famoso cedolino. Consegnano quindi il cedolino al cliente in cambio di duemila euro, dicendogli  che potrà pagare gli altri duemila euro quando sarà convocato per le impronte digitali.

Ma quella domanda non vale niente, e se la Polizia dovesse convocare il malcapitato, sarà solo per affibbiargli un decreto di espulsione. Lo stesso succederà a chi durante un controllo esibirà il cedolino, che non serve a nulla se non è accompagnato dalla fotocopia di un permesso scaduto o da un passaporto con un visto valido.

“Tante persone sono state già raggirate, ma ancora non lo sanno. Chi se n’è accorto, non può fare nulla: è  irregolare, come potrebbe rivolgersi alla Polizia?” chiede Harbinder Singh. Non rimane quindi che la prevenzione. Ad oggi,  chi non ha il permesso di soggiorno non ha modo di mettersi in regola. Meglio stare alla larga da chi dice il contrario, soprattutto se chiede soldi per dare una mano.

Elvio Pasca

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