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L’accordo di integrazione verso il primo sì

Il testo arriva in Consiglio dei ministri. Ma mancano ancora diversi passaggi

Roma – 19 maggio 2010 – Salvo slittamenti dell’ultim’ora, arriverà domani in Consiglio di ministri l’accordo di integrazione tra Stato e immigrati.

Previsto dalla nuova legge sulla sicurezza, dovrà essere firmato da tutti i cittadini stranieri (malati e disabili esclusi) tra i sedici e i sessantacinque anni che arrivano in Italia e chiedono un permesso di soggiorno almeno annuale. L’impegno a imparare l’italiano  e i fondamenti della Costituzione e della vita civile italiana e il comportamento di ogni immigrato verrà verificato dopo due anni, e valutato con l’assegnazione di un punteggio: la sufficienza è a quota 30, da 1 a 29 si ha un anno per recuperare, da zero in giù scatta l’espulsione.

Qualche esempio di punteggio? Nella bozza che abbiamo pubblicato lunedì scorso: una conoscenza di base dell’italiano (livello A2) vale 24 punti, un corso di formazione professionale di 120 ore ne dà 5, lo svolgimento di un’attività imprenditoriale 4, così come il volontariato. I punti però si perdono anche: meno 10 punti, ad esempio, per chi commette un reato e viene condannato, anche in via non  definitiva, a tre mesi di reclusione.

Se domani arriverà il via libera del governo, il cammino dell’accordo di integrazione sarà comunque ancora all’inizio. Serviranno infatti ancora i pareri di Conferenza Unificata e Consiglio di Stato, quindi un nuovo sì dal Consiglio dei Ministri e, secondo la bozza, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale bisognerà ancora attendere centoventi giorni prima che entri in vigore.

Elvio Pasca

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