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L’allarme di Save The Children: “Emergenza educativa e minori opportunità per i figli di migranti”

Roma, 6 settembre 2023 – I dati pubblicati nel recente rapporto di Save the Children mettono in evidenza il persistente impoverimento educativo causato dalla pandemia di Covid-19 in Italia, con conseguenze significative sull’apprendimento e sul benessere psicologico degli studenti, in particolare tra i minori svantaggiati dal punto di vista socioeconomico. E a soffrire di questa situazione ci sono anche i figli di migranti.

Migranti, le conseguenze del Covid sull’istruzione

Il rapporto, intitolato “Il Mondo in una classe. Un’indagine sul pluralismo culturale nelle scuole italiane“, rivela che dopo l’emergenza sanitaria, la percentuale del Pil investita dall’Italia nell’istruzione è scesa al 4,1%, ben al di sotto della media europea del 4,8%. Questa riduzione degli investimenti si è riflessa negativamente sul sistema educativo italiano. In aggiunta alla carenza di finanziamenti, il rapporto evidenzia una mancanza di servizi cruciali come asili nido, mense e scuole a tempo pieno. Ad esempio, solo il 38,06% delle classi della scuola primaria è a tempo pieno, e poco più della metà degli alunni delle scuole primarie frequenta la mensa scolastica.

Tutto ciò ha portato all’aumento della dispersione scolastica in Italia, che è superiore rispetto alla media europea (rispettivamente 11,5% e 9,6% nel 2022). Inoltre, l’8,7% degli studenti si trova in condizioni di dispersione implicita, il che significa che, nonostante otteniano il diploma di scuola superiore, non raggiungono i livelli di competenze richiesti nelle materie principali.

Opportunità ridotte per i figli di stranieri

La situazione è particolarmente difficile per gli studenti migranti o figli di migranti. Attualmente, più di 800.000 minori stranieri frequentano le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie in Italia, ma molti di loro affrontano sfide significative. Ad esempio, solo il 77,9% dei bambini con cittadinanza non italiana è iscritto alla scuola dell’infanzia, rispetto al 95,1% degli italiani. Inoltre, gli studenti con background migratorio mostrano ritardi scolastici, dispersione e abbandono scolastico più elevati rispetto agli studenti italiani. Le disuguaglianze si riflettono anche nei risultati degli apprendimenti, con il 26% degli studenti migranti di prima generazione che non raggiunge le competenze adeguate in italiano, matematica e inglese al termine del primo ciclo di istruzione. La carenza di servizi educativi come asili nido contribuisce ulteriormente a questa situazione.

Save the Children ha risposto a questa sfida lanciando una petizione chiamata “Cittadinanza italiana per i bambini nati o cresciuti in Italia. È il momento di riconoscere i loro diritti!”. L’organizzazione sta chiedendo al Parlamento italiano di riformare la legge sulla cittadinanza, consentendo ai bambini nati o arrivati in Italia da piccoli, figli di genitori regolarmente residenti, di ottenere la cittadinanza italiana prima del compimento della maggiore età. L’organizzazione sottolinea che questi bambini, pur essendo italiani di fatto, non godono degli stessi diritti dei loro coetanei. Ma anche loro meritano di avere accesso alle stesse opportunità di sviluppo.

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