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Lampedusa, barcone si incaglia, 527 in mare, 3 morti

Portati tutti in salvo i migranti stipati a bordo

Agrigento, 9 maggio 2011 – Tragedia alle prime ore del mattino di ieri a Lampedusa. Grazie all’intervento dei soccorritori sono stati portati in salvo circa 527 profughi che si trovavano a bordo di una carretta del mare rimasta incastrata tra gli scogli, 3 orpi senza vita sono stati però recuperati oggi dai sommozzatori.


E’ ancora buio fitto a Lampedusa quando, poco prima delle quattro di notte, si sentono delle grida provenire da Cala Francese, alle spalle del porto commerciale. Sono le richieste di aiuto delle centinaia di profughi stipati su un barcone in legno. Poco prima di entrare in porto, dove il barcone era già atteso dagli uomini della Guardia costiera, di Finanza e Polizia, per le solite operazioni, la carretta del mare ha rotto il timone e ha proseguito il suo viaggio verso Cala Francese, proprio ai piedi del monumento dedicato ai tanti migranti morti in mare. Così, in pochi secondi, l’imbarcazione è rimasta incastrata tra gli scogli con il mare molto mosso, rischiando di capovolgersi da un momento all’altro.

Immediatamente i soccorritori sono arrivati sul posto. Centinaia di profughi, tra cui donne e bambini, attaccati al barcone, con il terrore negli occhi, erano pronti a gettarsi in acqua. ”Servono luci, fari, presto!”, inizia a sgolarsi un finanziere. Alcuni profughi sono già in acqua e rischiano di annegare. Gli uomini della Guardia di Finanza si organizzano in pochi minuti e mentre due di loro raggiungono la barca, mettendo a rischio la propria vita, altri organizzano una sorta di catena umana con una cima. Ma è buio e non si vede assolutamente nulla. La barca ondeggia più volte. Una donna cade in acqua e viene tratta in salvo dopo pochi istanti, ma appena arriva sugli scogli inizia a chiedere del suo bambino di quattro mesi. Sono minuti concitati. Tutti urlano, tutti cercano di dare una mano per salvare il piccolo che alla fine viene restituito sano e salvo alla mamma. Molti profughi riescono a risalire sugli scogli grazie alla catena umana, ma a causa del buio cadono e qualcuno si ritrova con la faccia contusa, un altro si ferisce a una gamba. I soccorritori si gettano in mare per portare in salvo donne e bambini. Sono quasi le cinque del mattino, ma è ancora buio fuori. Nel frattempo sono arrivate due motovedette di Guardia costiera e Guardia di Finanza che illuminano il barcone. Ma non basta. La luce è troppo fioca. Due barchette e un gommone fanno su e giù dalla carretta: tra loro ci sono anche dei pescatori lampedusani arrivati appena è scattato l’allarme.

Il barcone ondeggia ancora. I profughi che riescono ad arrivare sugli scogli vengono soccorsi con coperte termiche. Sono già le cinque e mezza e sta albeggiando, quando tocca ai finanzieri e alla Guardia costiera risalire sugli scogli per mettersi al riparo. I profughi salgono sui pullman della ‘Lampedusaccoglienza’.

Quando tutto sembra finito, si scopre che su un’ambulanza ci sono quattro bambini senza genitori. I piccoli vengono portati all’Area marina protetta. Qui le mamme, terrorizzate, riabbracciano i loro figli. Mentre 24 donne in stato di gravidanza sono state ricoverate al Poliambulatorio di Lampedusa, per tre di loro è stato deciso il trasferimento in elisoccorso all’ospedale Cervello di Palermo. Sempre in elisoccorso sono stati trasferiti a Palermo ache tre uomini.

Tre cadaveri, infine, sono stati recuperati dai sommozzatori sotto il relitto del barcone incagliato. Appartengono a tre giovani di colore dell’eta’ apparente di 25-28 anni. 

È il maggiore Fabrizio Pisanelli, della Guardia di Finanza di Lampedusa a spiegare che una motovedetta delle Fiamme gialle ha raggiunto a una decina di miglia dall’isola la vecchia imbarcazione. ”Tre nostri finanzieri esperti sono saliti sul barcone per governarlo fino all’arrivo a Lampedusa. Ma giunti in prossimità del porto si è rotta la catena del timone e la barca è diventata ingovernabile. Il nostro finanziere ha ingranato la marcia integrata per evitare di finire sugli scogli. Ma la barca si è incagliata e il mare agitato ha fatto il resto. L’importante è poter affermare che siamo riusciti a salvare tutti i profughi sulla barca”, chiosa il maggiore.

Poche ore prima della tragedia l’ennesimo sbarco. Un barcone, con la bandiera verde del regime di Gheddafi, in ferro di trenta metri è approdato poco prima delle due della notte al porto commerciale di Lampedusa con 800 profughi, tra cui 138 donne e 12 bambini.

“Gli ultimi sbarchi a Lampedusa, oltre 1.500, sono tutti profughi non rimpatriabili, partiti dalla Libia a causa della guerra”, ha affermato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. “Il flusso di clandestini dalla Tunisia – ha spiegato – si è invece praticamente fermato, grazie all’accordo da me firmato i 5 aprile con il governo di Tunisi”. Nell’isola è intanto arrivato anche Franco Gabrielli, capo della Protezione civile e commissario straordinario per l’emergenza immigrati.

Dopo i nuovi arrivi, proseguono i trasferimenti. E’ attraccata al porto di Cala Pisana di Lampedusa la nave-traghetto ‘Flaminia’ che si trasferirà dall’isola un migliaio di profughi arrivati nelle ultime 48 ore.

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