Roma – 10 settembre 2012 – Continuano senza esito le ricerche dopo il naufragio che si sarebbe verificato nella notte tra giovedì e venerdì a Lampione, isolotto poco distante da Lampedusa. Oltre ai 56 migranti già soccorsi e ai due cadaveri recuperati finora, non c’è traccia dei circa ottanta dispersi dei quali parlano i superstiti.
La Guardia costiera continua a perlustrare il mare con motovedette e aerei attrezzati per questo genere di ricerche, a caccia anche della più piccola traccia, come vestiti o pezzi del peschereccio che sarebbe stato inghiottito dall’acqua. Il fatto che non sia ancora emerso niente sembra avvalorare una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti: i migranti sarebbero stati abbandonati in mare dagli scafisti, che poi sarebbero tornati indietro.
Oggi a Lampedusa arrivano l’ambasciatore tunisino, il console e il sottosegretario agli Esteri del Paese nordafricano, che parleranno con le persone soccorse. In patria crescono la preoccupazione e le proteste dei familiari dei dispersi, originari del governatorato di Zaghouan, che vogliono notizie dei loro cari. Nella città di El Fahs le strade sono state bloccate con massi e pneumatici incendiati ed è intervenuta la polizia per ristabilire l’ordine.
Intanto, non si fermano gli sbarchi. Stamani 45 migranti sono stati bloccati mentre tentavano di approdare nei pressi della scogliera della Scala dei Turchi a Realmonte, nell’agrigentino. Più tardi, un aereo della Guardia costiera ha intercettato un barcone a circa 30 miglia da Malta e 45 dalle coste siciliane con a bordo 76 migranti, che sono stati imbarcati su due motovedette della Guardia di Finanza per fare rotta verso Licata, sempre in provincia di Agrigento.