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Lampedusa. Il Consiglio d’Europa boccia i centri di accoglienza

“Sono carceri, inadatti a trattenere i migranti”. “L’isola sia porto sicuro, a rischio vite umane”. Presentato il rapporto sulla visita dello scorso maggio

 

Strasburgo – 4 ottobre 2011 – I centri di accoglienza di Lampedusa non sono adatti al trattenimento di migranti irregolari, in particolare tunisini. Essi vi sono praticamente detenuti, senza avere accesso a un giudice.

È la denuncia lanciata dalla Sottocommissione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa sull’arrivo massiccio di migranti irregolari, richiedenti asilo e rifugiati sulle coste meridionali dell’Europa in un rapporto pubblicato ieri. È il frutto della visita fatta dai cinque membri della sottocommissione a Lampedusa nei giorni 23 e 24 maggio 2011.

“I centri di accoglienza dovrebbero rimanere tali, e non essere trasformati in centri di trattenimento”, ha dichiarato Christopher Chope (Regno Unito, GDE), Presidente della sottocommissione e della Commissione Migrazioni, Rifugiati e Demografia dell’APCE.

In questo contesto, la sottocommissione mostra preoccupazione per le tensioni accresciutesi in maniera esponenziale sull’isola: un incendio doloso verificatosi il 20 settembre nel principale centro di accoglienza, causando danni notevoli, ha infatti provocato un’impennata di violenza e portato le autorità italiane a dichiarare Lampedusa “porto non sicuro”.

“Bisogna condannare fermamente questi atti di violenza, che non rendono giustizia agli sforzi compiuti dalla popolazione locale e dalla Guardia costiera italiana che, giorno dopo giorno, fanno tutto il possibile per prestare soccorso alle persone in pericolo in mare e offrire loro un rifugio temporaneo sull’isola”, hanno dichiarato i membri.

Il 2011, sottolinea il consiglio d’Europa, è stato segnato da numerose tragedie nel Mar Mediterraneo dove migliaia di persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere le coste europee. A ragione della sua vicinanza con l’Africa settentrionale, Lampedusa è un territorio chiave per impedire nuove morti in mare.

“Finché il porto di Lampedusa sarà considerato come un porto ‘non sicuro’, le traversate saranno più lunghe, più pericolose e le operazioni di salvataggio dei guardacoste saranno rallentate dalle maggiori distanze da percorrere partendo dalla Sicilia. Per salvare delle vite, è urgente che Lampedusa possa essere di nuovo in grado di accogliere gli arrivi”, ha commentato il Sig. Chope.

Nel suo rapporto, la sottocommissione ad hoc ha esortato le autorità italiane a intensificare quanto prima le capacità ricettive di Lampedusa e a garantire il rapido trasferimento dei nuovi arrivati in centri di accoglienza situati in altre parti d’Italia. Dovrebbero inoltre essere previste strutture di accoglienza adeguate per i minori non accompagnati, garantendo che questi ultimi non siano detenuti e che siano separati dagli adulti.

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