Il centro di accoglienza dato alle fiamme per protesta da un gruppo di tunisini ospiti della struttura che non vogliono essere rimpatriati.Diversi intossicati, danni ingenti, due dei tre edifici sono inagibili.
Palermo, 21 settembre 2011 – Il centro di accoglienza di Lampedusa è stato incendiato da un gruppo di immigrati tunisini ospiti della struttura di Contrada Imbriacola. Il rogo sarebbe legato alla protesta degli immigrati che chiedono di essere trasferiti da Lampedusa ma di non essere rimpatriati come, invece, prevede l’accordo firmato di recente tra la Tunisia e l’Italia.
Il ministero dell’Interno ha però confermato il programma: “Il Viminale continuerà i rimpatri degli immigrati come previsto, ovvero con due voli al giorno per 50 persone”. Intanto in serata un centinaio di immigrati tunisini verranno trasferiti con un volo militare da Lampedusa verso altri centri di accoglienza dopo l’incendio che ha parzialmente distrutto il Cta di Lampedusa.
L’incendio, di vaste proporzioni, ha gravemente danneggiato gli unici tre edifici del Centro d’accoglienza che ospitavano gli oltre 1.000 migranti. Due dei tre edifici sono inagibili. I Vigili del fuoco hanno spento le fiamme ma dal rogo si è sprigionato un denso fumo. I tunisini sono fuggiti dalla struttura ed hanno invaso le strade dell’isola. Oltre mille questa sera non sapranno dove dormire e si stanno cercando dei luoghi dove fare trascorrere loro la notte.
Numerose persone, tra immigrati tunisini, poliziotti e carabinieri, sono rimaste intossicate dal fumo. Gli intossicati, ma le loro condizioni non sono gravi, sono stati ricoverati al Poliambulatorio per un controllo. La Procura di Agrigento aprirà un’inchiesta. Lo ha confermato all’Adnkronos il procuratore capo Renato Di Natale. Già nel 2009 un altro incendio, sempre appiccato dai tunisini aveva provocato numerosi danni.
Save the Children ha espresso grande preoccupazione, in particolare per le sorti di una decina di minori presenti al momento nel centro e arrivati a Lampedusa nella notte di venerdì. E torna a chiedere l’immediato trasferimento dei minori in strutture adeguate. “La situazione di tensione nel centro è sfociata nell’incendio di oggi e in più di un’occasione avevamo espresso il nostro timore che episodi del genere si potessero verificare”, ha detto Raffaela Milano, direttore Programma Italia-Europa di Save the Children.
”Basta, oggi con l’incendio del Centro d’accoglienza abbiamo superato la soglia della tolleranza – ha detto all’Adnkronos il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis – Siamo stanchi di questi tunisini delinquenti, vanno subito trasferiti entro le prossime 48 ore. Anche con le navi militari”. “Questi delinquenti sono tutti usciti dal centro d’accoglienza dopo averlo dato alle fiamme – ha raccontato – e stanno entrando nelle nostre case. Adesso siamo stanchi. Non li vogliamo più. Non accettiamo più un solo tunisino sulla nostra isola”.
“Inoltre – ha detto ancora De Rubeis visibilmente scosso – i nostri concittadini rischiano in questi momenti di finire in ospedale per un’intossicazione da fumo. E’ da più di un mese che parlo di questo pericolo ma non sono stato ascoltato. Abbiamo mille tunisini che adesso hanno combinato un casino”.
“Sto chiamando adesso il ministro Maroni, il premier Berlusconi e pure il presidente della Repubblica Napolitano – ha aggiunto il sindaco – vogliamo essere aiutati. E’ bastato un attimo per fare crollare quello che abbiamo costruito con fatica da febbraio a oggi. Ora si è superato ogni limite di tollerabilità. Se ne devono andare subito dalla nostra isola”.