Roma, 7 gennaio 2015 – "Mi auguro che siano le parrocchie in prima linea a prendere sempre piu' in mano la realta' dell'immigrazione e considerino gli immigrati, quelli cristiani in particolare, una risorsa positiva di valori spirituali, umani e sociali, parte integrante delle proprie comunita' e dei propri progetti di evangelizzazione e di carita', ma anche parte integrante dell'intera societa' che vogliamo edificare nel nome di Cristo e del suo Vangelo".
Lo ha detto ieri l'arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, nell'omelia durante la messa per l'Epifania. "Sembra assurdo – ha osservato -ma e' cosi': sono i poveri che spaventano, perché da loro viene il rinnovamento e per mezzo di loro cambia la storia del mondo. In loro c'e' lui, il Dio grande, che abbatte i potenti dai troni ed esalta gli umili".
"Quando Francesco di Assisi inizio' la sua rivoluzione silenziosa sposando madonna poverta' – ha concluso – chi si sarebbe aspettato che la Chiesa e la societa' ne avrebbero avuto uno scossone ed un rinnovamento profondo che dura ancora oggi?