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Latte e pannolini solo agli italiani

Per il "bonus bebè" del decreto anticrisi ci vuole la cittadinanza. L’Asgi: "È illegittimo"

Roma – 24 febbraio 2009 – Non bastava la “social card” riservata agli italiani. Anche un altro contributo destinato dal governo alle famiglie più povere lascerà a bocca asciutta gli immigrati (e i loro bambini).

Il decreto anticrisi, convertito nella legge 2/2009, all’articolo 19 prevede una sorta di bonus bebè. Vengono stanziati per l’anno in corso 2 milioni di euro  per rimborsare ai più bisognosi “le spese occorrenti per l’acquisto di latte artificiale e pannolini per i neonati di età fino a tre mesi”, secondo modalità che verranno definite da un decreto dei ministeri del Welfare e dell’Economia.

Qualunque cosa decidano Sacconi e Tremonti, quei rimborsi comunque non andranno a neogenitori stranieri. È infatti sempre l’articolo 19 a dire che i beneficiari saranno gli stessi del “Fondo per i cittadini meno abbienti” istituito dalla manovra d’estate (legge 133/2008), che è appunto riservato agli italiani.

A denunciare la discriminazione è l’ Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi), che ritiene illegittima l’esclusione degli stranieri. Questa violerebbe una lunga sfilza di convenzioni internazionali, da quella dell’Oil sulla parità di trattamento tra lavoratori migranti e nazionali a quella europea sui diritti dell’uomo, passando per la carta di New York dedicata ai diritti del fanciullo e per la convezione di Ginevra sui diritti dei rifugiati.

Inoltre, il bonus bebè per soli italiani manderebbe all’aria la parità di trattamento riservato dal diritto comunitario ai cittadini Ue e ai soggiornanti di lungo periodo extracomunitari.  Ce n’è abbastanza per chiedere l’intervento di Bruxelles: l’ASGI, annuncia che “invierà alla Commissione Europea una nota di richiamo (complaint) per  sollecitarla ad accertare la violazione del diritto europeo da parte del nostro Paese e avviare una procedura d’infrazione”.

Brescia ri-bocciata
Intanto, oggi il Comune di Brescia ha rimediato una nuova bocciatura per aver riservato un  bonus-bebè da 1000 euro alle famiglie con almeno un genitore italiano.

In primo grado, il giudice aveva ritenuto discriminatoria la delibera della Giunta, ordinando all’amministrazione di aprire anche alle domande di mamme e papà immigrati. Il Comune aveva quindi presentato reclamo, ma il tribunale non l’ha ritenuto infondato, ha confermato che c’è stata una discriminazione e ha ordinato al Comune di pagare il bonus anche agli stranieri.

Fatto sta che, intanto, il comune di Brescia ha annullato del tutto la deliberà sul bonus bebè, togliendolo anche agli italiani. “A questo punto il groviglio creato dal Comune è inestricabile, perchè c’è una ordinanza  definitiva che ordina di pagare agli stranieri, ma non c’è più il bonus per gli italiani”, commenta l’avvocato Alberto Guariso, che sta curando la battaglia legale contro la discriminaziione. 

Elvio Pasca

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